LA PROFANAZIONE DI AUSCHWITZ, PATRIMONIO DI TUTTI da IL MANIFESTO e IL FATTO
La profanazione di Auschwitz, patrimonio di tutti
27 gennaio Auschwitz non è un territorio polacco. È un territorio dell’umanità. La presenza del criminale Netanyahu sarebbe un’offesa non solo ai sopravvissuti ma alle vittime della Shoah, che vedrebbero profanata la loro memoria
Auschwitz, il premier israeliano Netanyahu di fronte a una mappa dei campi di sterminio di ebrei durante
Antonio Gibelli 14/01/2025
Benjamin Netanyahu, capo del governo israeliano, ha sulla coscienza lo sterminio dal 7 ottobre del 2023, secondo le cifre ufficiali, di circa 47mila palestinesi, in gran parte civili. Secondo le stime della prestigiosa rivista scientifica Lancet, calcolate sulle rilevazioni fino al 30 giugno 2024 e sulla loro proiezione, la stima attuale sale fino a circa 70mila.
In questi calcoli non sono presenti le menomazioni fisiche e mentali permanenti né le vittime che si annunciano per denutrizione, freddo, mancanza di cure mediche e chirurgiche dovute alla distruzione di ospedali e all’uccisione o all’arresto di medici e infermieri, nonché all’interdizione verso le organizzazioni internazionali di assistenza. Nell’inferno di Gaza, il computo della vita e della morte rimane esercizio improbabile.
UNA COMMISSIONE speciale delle Nazioni unite ha sintetizzato la situazione a Gaza il 14 novembre scorso affermando che le politiche e le pratiche di Israele sono «coerenti con le caratteristiche del genocidio» ed elencando dettagliatamente i fatti accertati che giustificano questa affermazione.
A sua volta il 21 novembre la Corte penale internazionale dell’Aja, cui aderiscono la totalità dei paesi europei e la maggioranza di quelli extraeuropei, ha emesso un mandato internazionale di cattura per Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Gallant, sotto l’accusa di aver commesso e di continuare a commettere questi crimini.
L’invito rivolto dal governo polacco a Netanyahu a commemorare ad Auschwitz la liberazione di quel luogo, teatro e simbolo del genocidio ebraico, costituisce un’offesa a quella parte del popolo di Israele che ha condannato le sue azioni come criminali, oltre che consapevolmente esiziali rispetto all’imperativo di salvare i propri congiunti e concittadini, ancora ostaggi di Hamas. Rappresenta un affronto per quella larga parte degli ebrei della diaspora che si sono uniti a questa condanna considerandola come una forma di «suicidio» di Israele, della sua reputazione e della sua identità.
E per quella gran parte dell’opinione pubblica mondiale che si è unita alla condanna in nome dei diritti umani più elementari. Anche e soprattutto gli studenti (italiani, europei, americani) che sono stati insultati come antisemiti ed esposti al dileggio come ignoranti quando reclamavano l’interruzione dei rapporti accademici con Israele su materie con possibili ricadute militari.
Ma in tutto questo c’è qualcosa di più drammatico e di irreversibile. Auschwitz non è un territorio polacco. È un territorio dell’umanità. Non è solo patrimonio ebraico, ma patrimonio dell’umanità.
LA PRESENZA del criminale Netanyahu ad Auschwitz sarebbe un’offesa non solo ai sopravvissuti ma alle vittime della Shoah, che vedrebbero profanata la loro memoria. Per questo l’Europa ha intimato alla Polonia di fermarsi. Per questo il papa ha alzato ripetutamente la sua voce forte e chiara.
La presenza di Netanyahu ad Auschwitz toglierebbe al luogo ogni sacralità. Segnerebbe – uso consapevolmente l’espressione abusata – una svolta epocale. Ossia la fine di un’epoca di cui la memoria di Auschwitz è stata uno dei paradigmi centrali, quello sintetizzato nel motto: mai più. Netanyahu nel luogo simbolo della Shoah? Non in mio nome. È questo che devono gridare i governi e i popoli se vogliono scongiurare una catastrofe di civiltà ormai alle porte, per non dire già consumata.
Filo-israeliani. 15 mesi di massacri, ma Meloni e Tajani non si vergognano
alessandro orsini 14 Gennaio 2025
Giorgia Meloni ha costruito il suo successo politico urlando: “Vergognatevi!”. Dopo quindici mesi di massacri a Gaza, la documentazione è ormai copiosa per chiederci se a vergognarsi non debba essere Meloni. I fatti sono questi. Netanyahu ha distrutto tutte le scuole, gli ospedali, le case, le moschee e i campi profughi dei palestinesi a Gaza. La Cnn racconta di neonati palestinesi abbandonati in stato di decomposizione negli ospedali bombardati con tanto di foto pubblicate sul suo sito. La prestigiosa rivista Lancet (inglese, non palestinese) pubblica una ricerca in cui spiega che il numero di morti indicati da Hamas è sbagliato. I morti sono almeno 70.000 e non 45.000. Israele è stato chiamato a rispondere delle proprie azioni dalla Corte internazionale di giustizia dell’Onu (per genocidio) e dalla Corte penale internazionale (per crimini di guerra e contro l’umanità). Il medico britannico palestinese Abu Sittah ha dichiarato di avere dovuto amputare i bambini palestinesi senza anestesia. Ebbene, Antonio Tajani, intervistato da Giorgio Mottola di Report, ha dichiarato che: “Israele non ha commesso crimini di guerra a Gaza”. Nel difendere Netanyahu dai tribunali internazionali, Tajani ha detto: “Il 50% degli indagati in Italia è assolto”. Strano paragone: nessun italiano ha mai sterminato 70.000 persone. Tajani, in questa fase, è il maggiore esponente della lobby israeliana in Italia, quel gruppo di potere che giustifica e sostiene i crimini di Netanyahu contro i palestinesi. Nel 2008 Tajani è entrato nel direttivo dell’European Friends of Israel, la potentissima lobby israeliana che promuove gli interessi dell’industria di Netanyahu. Nel 2010 Tajani è diventato commissario europeo all’Industria promuovendo le finalità contenute nello statuto di quella lobby. Tajani è l’uomo di Netanyahu in Europa. Ho esibito la documentazione a sostegno di questa affermazione nei miei articoli precedenti analizzando le decisioni di Tajani verso Gaza dal 7 ottobre 2023 a oggi.
Il fatto rilevante per la Repubblica Italiana è questo: un membro ufficiale della lobby israeliana è ministro degli Esteri mentre Israele compie a Gaza uno dei massacri più grandi della “storia universale”, un termine con cui Max Weber indicava la storia dell’umanità. Eppure, Tajani giura che Netanyahu non ha commesso crimini di guerra e che le indagini del tribunali internazionali contro di lui sono ingiuste e ingiustificate. Posto da Mottola davanti all’immoralità delle proprie affermazioni: “Ministro, parliamo di 45.000 morti!”, Tajani ha strumentalizzato l’Olocausto per giustificare il suo sostegno a Netanyahu nello sterminio dei palestinesi: “Io non voglio che sei milioni di ebrei finiscano di nuovo nei forni crematori!”. Tajani ha dato a Netanyahu, a sterminio in corso, le seguenti armi: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. Il 28 ottobre 2023 Tajani si è rifiutato di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere lo sterminio dei palestinesi a Gaza. Il 12 dicembre 2023 Tajani si è nuovamente rifiutato di votare una risoluzione per il cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Tajani è una delle ragioni per cui così tanti bambini palestinesi muoiono tutti i giorni a Gaza. Però Tajani si è appena fregiato di avere inviato cibo in scatola ai palestinesi. Il capo della lobby israeliana in Italia è fatto così: non ha vergogna.
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