LA MAREA BLU RACCOLTA IERI IN PIAZZA DEL POPOLO A FIANCO DEI PALESTINESI da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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LA MAREA BLU RACCOLTA IERI IN PIAZZA DEL POPOLO A FIANCO DEI PALESTINESI da IL FATTO

La marea blu raccolta ieri in piazza del Popolo a fianco dei palestinesi

DANIELE LUTTAZZI  19 Marzo 2025

Raid di Israele nella Striscia: oltre 400 morti. “Molte donne e bambini” (Fq, 18.3) Trump ha dato il via libera a Israele per riprendere l’offensiva su Gaza (The Times of Israel, 18.3)

ROMA. Una marea blu di 50 mila persone ha riempito piazza del Popolo dopo l’appello di Michele Serra su questo giornale (Repubblicandr) contro il genocidio dei gazawi. Accanto alle bandiere Ue, anche quelle della Palestina e della pace. Tantissime. Un popolo disperso si è ritrovato insieme, rifiutando di essere complice dei crimini di guerra israeliani benché di quei crimini proprio questo giornale, quando era diretto dall’ultra-sionista ultra-atlantista Maurizio Molinari, sia stato uno dei propagandisti più vergognosi e sfegatati. Serra ha invitato quel popolo di lettori a reagire all’ignavia complice, nella speranza e nell’urgenza che l’Unione europea diventi un soggetto politico capace di difendere i valori dell’umanesimo anche a Gaza. Un appello fazioso nel senso più alto del termine, perché schierato dalla parte della giustizia, che chiedeva di manifestare finalmente un sentimento politico e morale dopo un anno di propaganda sionista a reti unificate, con tutti i pozzi avvelenati. Per fortuna, invece, c’è ancora voglia di una politica che difenda l’umano, e questa voglia ha mosso i cittadini alle loro responsabilità. I cittadini: le persone diverse che si sono unite sulla piazza di Roma con le bandiere blu, della Palestina e della pace hanno esercitato i loro diritto di cittadinanza esigendo libertà, indipendenza e democrazia anche per i cittadini palestinesi. Ci lamentiamo da anni che gli italiani non vanno più a votare, rinunciando al loro diritto di indirizzo e di scelta. Ma come dar loro torto, visto che qualunque sia l’esito elettorale, in Italia, destra e Pd poi votano sempre in favore della guerra, screditando l’istituto della rappresentanza e la Costituzione? Ieri, grazie anche a 100 pullman materializzatisi all’improvviso come per magia, migliaia di persone sono uscite di casa per partecipare e contare. Magari, come ha detto Serra dal palco, “non sapendo cosa si deve fare in concreto, ma provando a farlo”. Tirando le orecchie cioè al Pd, dando una chance alla sua classe dirigente, come se ce ne fosse una. Una mobilitazione che ha preoccupato sionisti e atlantisti perché non prevista in questa fase in cui i poteri industriale, economico, tecnologico, culturale e giornalistico si sono riallineati per papparsi alcune fette della torta europea e medio-orientale; poteri di cui per troppo tempo anche questo giornale (Repubblicandr) è stato mosca cocchiera. La piazza democratica di ieri era consapevole che non si può stare insieme ai mercanti di morte e ai loro megafoni, che non si può essere tolleranti con chi giustifica crimini di guerra e crimini contro l’umanità, che si devono prendere le distanze da chi ci rende complici di un genocidio: la piazza democratica di ieri ha testimoniato che si può fare, e che vale la pena farlo. L’ultima ipocrisia è quella dell’ammucchiata, come se fosse accettabile che i guerrafondai si mimetizzino fra i pacifisti: bombe che puntano all’annientamento di un popolo non consentono compromessi. La penultima ipocrisia è difendere le ragioni del popolo ucraino, ma non di quello palestinese, dimenticando al contempo quanto ha fatto l’Occidente perché la guerra in Ucraina accadesse. Questo strabismo morale interpella tutti gli uomini di buona volontà. A dividerci, oggi come ieri, è insomma la guerra: l’aver dimenticato che diplomazia e principio di legalità, uniche garanzie della coesistenza, devono guidare la politica internazionale. Non è da oggi che Usa e Israele, pur dicendosi democratici, agiscono fuori da quel perimetro di valori e di regole: ma oggi finalmente la piazza l’ha capito. Non perdiamoci di vista.

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