IL MERCATO DELLA CARNE (UMANA) da 18BRUMAIOBLOG
Il mercato della carne (umana)
Olympe de Gouges 22 settembre 2024
Un milione di morti, scrive il Wall Street Journal. La responsabilità di questa guerra e di questi morti è di Putin, l’invasore. Oppure, Putin non ha fatto altro che difendere la popolazione russa delle regioni ucraine massacrata da quelli che potremmo definire i nazisti dell’Illinois. E ancora: la Russia non poteva fare altrimenti, minacciata da ogni lato dalla protervia bellicosa della Nato e dei suoi vassalli.
Stiamo ancora a discutere su chi ha ragione e su chi ha torto. Un milione di morti, un’ecatombe che però per noi diventa un’astrazione. Il nostro mondo immediato sembra in pace, costruito sui valori della libertà e degli ideali. È solo una finzione rassicurante, tutto può precipitare da un giorno all’altro. Ci siamo già dimenticati di cosa è successo nell’ex Jugoslavia.
Per citare solo un dettaglio, la cui forza testimonia l’entità della regressione nell’odio: al banco della macelleria del mercato di Mostar – oggi deserto di ogni presenza serba – il pezzo di carne corrispondente al filetto di manzo si chiama “braccio serbo”. Già solo questo riferimento antropofagico illustra chiaramente la dimensione culturale che l’odio occupa ancora oggi in questa popolazione uscita dalla guerra civile quasi trent’anni fa.
Prima o poi le armi taceranno anche in Ucraina, ma i traumi causati da questa guerra dureranno per sempre. Una guerra, un massacro, che i responsabili politici occidentali non solo non hanno saputo evitare, ma hanno favorito in ogni modo. Poco importa se l’aggressore è Putin o chi altri, resta il fatto che non hanno fatto nulla per impedire il conflitto e invece hanno fatto e continuano a fare di tutto perchè continui. Con armi sempre più potenti e micidiali. Con profitti sempre più cospicui per chi le produce e le smercia. Disposti a scatenare qualunque cosa, pur di poter vantare “vittoria”.
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