C’È VITA. PRIMI PASSI DI UNA LUNGA MARCIA da IL MANIFESTO e IL FATTO
Primi passi di una lunga marcia
C’È VITA. Molte cose distinguono i progressisti dai conservatori, dai reazionari. Democrazia, giustizia, libertà, solidarietà, umanità, antifascismo. E proprio negli ultimi giorni, con la tragedia di Crotone, con l’assalto squadristico a giovani […]
Norma Rangeri 05/03/2023
Molte cose distinguono i progressisti dai conservatori, dai reazionari. Democrazia, giustizia, libertà, solidarietà, umanità, antifascismo. E proprio negli ultimi giorni, con la tragedia di Crotone, con l’assalto squadristico a giovani democratici fiorentini, abbiamo avuto la conferma di quanto sia profondo il divario tra il fronte che in un modo nell’altro sta all’opposizione e quello che ha dato vita al governo Meloni.
E ieri la piazza ha iniziato a fare scuola. Promossa da Cgil, Cisl e Uil, la manifestazione contro lo squadrismo che prova a rialzare la testa, ha riempito le assolate strade di Firenze con decine di migliaia di persone, e, aspetto non secondario, ha riunito sotto la bandiera antifascista quasi tutte le forze progressiste e di sinistra. Una risposta forte, popolare, costituzionale all’aria pesante che tira nel Paese.
Sicuramente è stato sonoro lo schiaffone ricevuto dall’improbabile ministro della pubblica istruzione Valditara, un campione di ipocrisia nel dare il benvenuto ai manifestanti. Proprio lui che, all’indomani del pestaggio davanti al liceo Michelangelo, e di fronte alla lettera della preside Savino, in difesa dei principi antifascisti, aveva minacciato provvedimenti disciplinari, fedele al motto “a scuola non si fa politica”. Sulla falsariga dell’indegno striscione “la scuola non è antifascista, è libera” comparso ieri davanti a un blasonato liceo padovano, opera di un gruppetto di giovani di destra.
Non poteva esserci migliore medicina di una bella mobilitazione di ragazze, ragazzi, associazioni, sindacati, forze politiche per sanare la ferita del pestaggio subito dagli studenti. Un messaggio inequivocabile ai fascistelli che si sentono protetti dai nuovi inquilini di palazzo Chigi.
Anche Milano ha battuto un colpo contro i decreti che rendono sempre più difficile il soccorso e l’accoglienza per i migranti. Un presidio promosso dalle Ong e accolto da decine di associazioni, per denunciare la orribile, straziante fine di decine di migranti sulle coste. calabresi. E la distanza della premier da quella spiaggia di morte. Ma ieri a Firenze si è accesa una timida luce, come diretta conseguenza della nuova leadership del Partito democratico: la ritrovata sintonia tra Pd e M5S, simbolicamente fotografata dall’abbraccio in piazza tra Schlein e Conte. Dopo il 25 settembre, i partiti progressisti e di sinistra devono attrezzarsi ad una lunga marcia: siamo solo ai primi passi
Scuola antifascista La piazza di Firenze fa il tutto esaurito
Studentesse e studenti, prof, sindacalisti, Anpi. Decine di migliaia di persone sfilano per il rispetto e l’applicazione della Costituzione
Riccardo Chiari, FIRENZE 05/03/2023
Stretti dietro lo striscione “Michelangelo antifascista”, i compagni e le compagne di scuola dei ragazzi picchiati davanti al loro liceo quasi non credono a quello che vedono. “Avevamo già fatto una bella manifestazione tre giorni dopo il pestaggio – ricordano David e Leonardo – ma davvero non ci aspettavamo tutta questa sensibilità. Vedere così tante persone in piazza ci rincuora”. “Sul ‘Miche Post’, il giornale della scuola – segnalano Alessia e Niccolò – avevamo già fatto degli articoli su quanto accaduto. Ora abbiamo tanto materiale per continuare a scriverne”.
La sensibilità si tocca con mano, guardando passare le decine di migliaia di persone che hanno risposto all’appello sindacale per il rispetto e l’applicazione della Costituzione nata dalla Resistenza al fascismo e al nazismo. Chiedendo le dimissioni sia del ministro Valditara che del collega Piantedosi. Già un’ora prima della partenza del corteo, piazza Santissima Annunziata segna il tutto esaurito, così viene occupata via della Colonna, la strada che porta al classico Michelangelo e al dirimpettaio scientifico Castelnuovo.
Colpisce subito uno striscione della Flc Cgil: “L’umanità non è un carico residuale”. “Sono parole del ministro Piantedosi sui migranti – puntualizza Gaia, insegnante – e quel ‘carico residuale’ lo qualifica per quel che è. C’è un collegamento stretto fra antifascismo e migrazioni, e mentre la scuola costruisce ponti, il fascismo edifica muri”. Poco dietro ecco lo striscione del liceo Leonardo da Vinci, quello della preside Annalisa Savino, anche lei in corteo. Solo una frase sulla stoffa: “Io non sono indifferente”. “Non c’è altro da dire – spiega la professoressa Franca circondata da colleghe e colleghi – Savino ha già scritto tutto. E i nostri studenti sono dietro di noi”.
C’è tantissima Cgil in questa manifestazione voluta dalle Rsu delle scuole fiorentine, abbracciata dai sindacati confederali e di base, da tanti insegnanti e tanti genitori, e da una marea di ragazze e ragazzi che sfilano dietro le insegne dei loro istituti e di quello di Firenze Antifascista. “Noi sappiamo chi ha messo le bombe nelle piazze, nelle stazioni e sui treni – ricorderà sul palco di piazza Santa Croce uno studente del Castelnuovo a nome di Firenze Antifascista – e oggi siamo in piazza con voi, sindacati e partiti, che però state perdendo i contatti con le periferie e con chi ci vive, con le parti più deboli della società. Ed è qui che si insinuano i fascisti”.
Davanti al Miche c’è anche Salvatore Tassinari, 94 anni di cui tanti passati qui a insegnare storia e filosofia, Lo fa ancora, è un sempreverde come i compagni dello Spi Cgil di Firenze che sfilano intonando “Bandiera rossa la trionferà, evviva il comunismo e la libertà”. “Oggi finalmente la possiamo cantare”, sorride Silvano Pini, mentre accanto a lui Ruben Cocci dà la più bella lezione della giornata: “Siamo qui per gli studenti, perché è a scuola che si impara l’antifascismo, e a non fare mai la guerra”.
A Firenze sono arrivate delegazioni delle Camere del Lavoro di mezza Italia, e fra le categorie non mancano la Funzione pubblica, la Flai con lo striscione “Antifascisti sempre, la Fiom, la Filcams e altre ancora. Nel veder passare tante compagne e compagni John Gilbert, storico delegato sindacale dell’ateneo, quasi si commuove: “Non potevano farmi miglior regalo di compleanno. E se Valditara non capisce cosa voglia dire la libertà di espressione, significa che è inadeguato a fare il ministro”.
Nel fiume in piena anche tanti labari e striscioni dell’Anpi, portati da giovani iscritti che tengono viva la memoria, e la lezione, di chi è arrivato a sacrificare la vita per la libertà e la democrazia. “Sono onorata di accompagnare questo striscione”, riassume Alice. Accanto a lei i più anziani Marietta Dolli e Giannino Poeti, che da Taurianova, in provincia di Reggio Calabria si sono fatti mille chilometri per venire qui: “Siamo la sezione Bibi Carrozza – raccontano – il nostro compito è custodire e rafforzare la memoria”.
L’affollato spezzone dei sindacati di base, Usb e Cobas, precede quello di Priorità alla Scuola e di Firenze Antifascista, strapieno di giovani perché sono state le prime realtà a sostenere gli studenti dei collettivi dopo il pestaggio del 18 febbraio, ad aiutarli nella manifestazione del 21, e a denunciare i tanti sgomberi delle scuole decisi da presidi indifferenti alle richieste dei loro allievi. Le bandiere di Rifondazione, quelle di Sinistra italiana e alcune di Pd e 5 Stelle in chiusura. Mentre i consiglieri comunali fiorentini della Sinistra Progetto Comune, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, passano a poca distanza dagli indomiti operai della Gkn, a sostegno dei quali ci sarà più di un intervento dal palco di Santa Croce.
“Il nostro auspicio – commenta alla fine il segretario della Cgil Toscana, Rossano Rossi – è che questa giornata possa segnare una svolta per difendere con sempre maggior forza i diritti sociali, costituzionali e del lavoro. E se la politica vuole recuperare la fiducia della gente, deve ripartire da piazze come quelle di oggi”. Accanto a lui Maurizio Landini: “Questa manifestazione è la più bella risposta che si può dare a chi pensa e pratica atti squadristi e di violenza, a chi vuole tornare indietro. La democrazia va difesa e praticata ogni giorno, e i valori della nostra Costituzione devono essere non solo ricordati ma anche realizzati”.
Antifascismo e scuola: come era bella la mia città
TOMASO MONTANARI 5 MARZO 2023
Era da tanto tempo che la mia Firenze non era così bella: bella come l’antifascismo. In Piazza Santa Croce, la persone e le bandiere erano così tante e così festose che anche Dante (nonostante qualcuno la pensi diversamente) sembrava antifascista.
Grazie alla saggia regia di Francesco Sinopoli (segretario della Cgil scuola e università) e di Maurizio Landini, è stata la scuola a parlare: studenti, insegnanti e genitori hanno potuto dire come deve essere la scuola che sappia davvero costruire l’antifascismo. Non la scuola che serve a trasformare i ragazzi in capitale umano, in merce nel mercato del lavoro, in pezzi di ricambio per il mondo così com’è. Non la scuola che, come diceva don Milani, fa parti eguali fra diseguali: e lo chiama “merito”. Non la scuola che manda via i malati, e cura i sani: e la chiama “selezione”. E invece la scuola che forma persone, cittadini, pensiero critico. Nonostante che i soliti “giornaloni” abbiano fatto titoli, interviste e riprese ossessivamente dedicati ai leader di partito, questi ultimi (e in primo luogo Elly Schlein e Giuseppe Conte) sono venuti ad ascoltare, senza voler prendere a loro volta la parola. E così l’immagine è stata quella, così rara e preziosa, di una politica disposta a servire il Paese, non pronta a usarlo. Il messaggio della manifestazione è stato molto chiaro: il pestaggio fascista dei ragazzi del Michelangiolo e le intimidazioni del ministro Valditara non sarebbero stati nemmeno pensabili se la sinistra fosse stata capace di fare il suo mestiere, che è quello di attuare la Costituzione, costruendo giustizia sociale ed eguaglianza. Ora, il consenso ai fascisti (quelli di strada e quelli del palazzo del potere) può crollare solo se quel progetto politico ritorna attuale. E a Firenze, ieri, sembrava perfino possibile.
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