BUON 2023: ECCO A VOI LA KAKISTOCRAZIA da AGORAVOX
Buon 2023 con il Governo dei Peggiori
Mario Barbato lunedì 2 gennaio 2023
Sta per cominciare quello che si annuncia come uno dei peggiori anni della Repubblica, con un Paese che ha aperto le porte al “Governo dei Peggiori”, simboleggiato dal Trio Meloni-Salvini-Berlusconi. O, almeno, quello che resta di Salvini e Berlusconi, ormai sempre più in caduta libera nei consensi. Ma è quanto basta perché c’è la possibilità che gli italiani assisteranno nel prossimo anno a uno spettacolo indecente.
Tanto per cominciare, questo governo sta incarnando i desideri delle classi dominanti e la rassegnazione delle classi disagiate. Invia armi all’Ucraina facendo la felicità delle industrie belliche; favorisce i professionisti che hanno stipendi decenti, se non elevati ed elargisce denaro alle società sportive in ubbidienza a Mister Lotito. Mentre, sull’altro fronte, taglia fondi alla scuola, non investe nella sanità pubblica, bastona i giovani che si radunano, umilia gli studenti, precarizza i laureati, osteggia gli immigrati e taglia risorse ai poveri.
Il Governo dei Peggiori si presenta con il volto vero, autentico e genuino camuffato dietro a una propaganda finto-populista. Silvio Berlusconi, come sempre, vuole riformare la giustizia per salvare ladri, evasori e corrotti. Matteo Salvini vuole l’autonomia differenziata per fare gli interessi delle lobby settentrionali e portare avanti una sorta di secessione mascherata. Giorgia Meloni parla di “Merito” nel Paese delle tangenti, delle raccomandazioni, dei nepotismi, delle trame oscure, degli intrighi inconfessabili, delle collusioni con la malavita. Una premier che scaraventa i laureati nel precariato, i poveri nella miseria e relega le donne dietro i fornelli a cucinare e a fare figli.
Il popolo assiste nauseato e rassegnato al declino politico del nostro Paese. Imbonito dalla propaganda televisiva e dai talk show dove dei sapientoni urlano come cani rabbiosi, insultano chi non la pensa come loro, mettono da parte ogni codice deontologico per vendersi alle classi privilegiate, sfruttatrici e parassitarie, che, non contente di vivere alle spalle del popolo, non perdono occasione per denigrare chi sta messo male, per non dire chi sta messo peggio.
Un popolo frastornato da un Governo dei Peggiori che rischia di trascinare l’Italia nell’abisso. Come ha già fatto nel 2011, con il governo Berlusconi, coadiuvato da Salvini e con Meloni accomodata sulla poltrona del Ministero della Gioventù, che per poco non mandava l’Italia in default e che adesso ci riprova. Non a risollevarlo, ma ad affondarlo, applicando le ricette delle ingiustizie, delle diseguaglianze, della lotta ai diritti, delle prepotenza dei poteri forti. Si sveglierà il popolo dotandosi di una rappresentanza politica adeguata a combattere le sue battaglie contro il Governo dei Peggiori? Vedremo.
Giorgia Meloni o Harry Houdini?
Giuseppe Aragno (sito) lunedì 2 gennaio 2023
Attaccare il governo Meloni sul tema del fascismo significa rafforzare una leader che viene da dove viene, ma nega, rinnega e soprattutto sa che per i disperati vale un principio: “spes ultima dea“.
Fratelli d’Italia e soprattutto Giorgia Meloni hanno avuto e hanno riferimenti indecenti, ma in due mesi sono stati capaci di competere persino con Harry Houdini. Oggi purtroppo si fa politica vendendo illusioni e vince chi riduce Agostino Depretis a un dilettante del trasformismo.
Per essere alternativi, a questo punto, occorre il coraggio di attaccare la NATO e chiedere di uscirne; bisogna accusare di tradimento chi affama la povera gente, dilapidando i pochi soldi che abbiamo per far guerra alla Russia; traditori tutti, Sergio Mattarella per primo; si deve puntare il dito sul minaccioso progetto del ministro Guido Crosetto, che prefigura apparati amministrativi ridotti a zerbini del governo; è necessario rispondere alla lotta di classe eversiva condotta dall’alto, ripagandola con la stessa moneta; non si può solo attaccare una politica che copre l’evasione fiscale, ma avere il coraggio di incitare allo sciopero fiscale chi non evade; è giusto ritenere sacrosanta la battaglia su lavoro. disoccupazione, precarietà e furto di salario, ma è giusto anche sapere che non si può vincere senza mettere al suo centro il tema della formazione, ridotta a fabbrica di soldatini del capitalismo, roccaforte del “pensiero unico”, al quale si formano i nuovi intellettuali.
Alternativo è oggi chi difende la libertà d’insegnamento in una scuola che restituisca a giovani intellettuali e lavoratori il significato profondo della parola diritto, perché chi non lo conosce bacia la mano al padrone che lo deruba.
E’ vero, c’è una crescente e pericolosa torsione autoritaria delle Istituzioni, ma essere alternativi non vuol dire strapparsi i capelli per un presunto, impalpabile fascismo, significa seguire la coraggiosa intuizione leninista e coinvolgere nella lotta non solo i lavoratori ancora consapevoli, ma anche i sinceri democratici.
Amen.
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