ALTRO CHE PRECIPIZIO, SIAMO IN GUERRA da il IL MANIFESTO e IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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ALTRO CHE PRECIPIZIO, SIAMO IN GUERRA da il IL MANIFESTO e IL FATTO

Altro che precipizio, siamo in guerra

ESCALATION. Malgrado il famoso articolo 11 della nostra Costituzione ci vieta di partecipare ad una guerra offensiva e ci invita a contribuire a risolvere con mezzi pacifici le controversie internazionali, non abbiamo fatto neanche un timido tentativo di mediazione

Tonino Perna  26/01/2023

Mandiamo al governo ucraino armi sempre più potenti e sofisticate, ne addestriamo le truppe, martelliamo i nostri concittadini con una propaganda bellica martellante.

Guidiamo gli attacchi all’esercito russo dai nostri satelliti che spiano il fronte, e tutta l’area interessata al conflitto, 24 ore su 24.
E stanno per chiederci di mandare le nostre truppe, secondo i generali in pensione Marco Bartolini, già a capo del Comando operativo interforze (Coi) e Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica.

Tra l’altro questi generali, che certamente non possono essere annoverati tra gli ingenui pacifisti, si sono pubblicamente espressi contro l’invio dei famosi carri armati Leopard perché rischiano di provocare una risposta dagli esiti imprevedibili che potrebbe portarci alla catastrofe.

Siamo in guerra contro la Russia senza che sia stata ufficialmente dichiarata. Malgrado il famoso articolo 11 della nostra Costituzione ci vieta di partecipare ad una guerra offensiva e ci invita a contribuire a risolvere con mezzi pacifici le controversie internazionali, non abbiamo fatto neanche un timido tentativo di mediazione.

Abbiamo lasciato questo ruolo di mediazione tra Zelensky e Putin ad un governo liberticida come quello turco del Sultano di Erdogan, che ha imprigionato migliaia di dissidenti e continua a bombardare impunemente il popolo curdo in Siria, lo stesso popolo che ha lottato, con noi, coraggiosamente contro la barbarie dell’Isis, liberando le città che questi criminali avevano occupato e distrutto.

Siamo in guerra malgrado tutti i sondaggi ci dicono che la maggioranza degli italiani sia contraria a continuare a mandare armi all’Ucraina, a proseguire nel sostenere questa escalation bellica che sta diventando irreversibile.
Siamo in guerra contro la Natura, la Madre Terra, perché questo conflitto tra la Nato e la Russia ha prodotto un’impennata nella corsa agli armamenti che è una delle cause principali dell’inquinamento del pianeta e dell’effetto serra. Siamo in guerra, malgrado gli appelli addolorati di papa Francesco, voce di colui che grida nel deserto. Siamo in guerra senza se e senza ma.

Siamo in guerra e ci sentiamo impotenti. Possiamo ritornare a scendere in piazza, ma abbiamo visto che questa iniziativa non ha scosso di un millimetro l’appoggio alla guerra, all’invio di armi. Ma, se non facciamo niente siamo complici di questo massacro annunciato.

In questo momento nessuno ha la chiave magica che serve a bloccare questa corsa verso il baratro, ma tutti coloro che credono che non ci sia alternativa alla trattativa, al cessate il fuoco, al fermare la bestialità che è in noi e fare parlare la ragione, devono sforzarsi di trovare una risposta, a immaginare una iniziativa per uscire da questo silenzio complice. Personalmente credo che bisogna riprendere la battaglia contro le armi degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, attraverso l’obiezione fiscale. Semplicemente facendo sapere al governo in carica che si rimanda per quest’anno il pagamento di tasse e tributi finché saremo in guerra.

Non penso che così fermeremo questa guerra, ma almeno prenderemo le distanze e potremo dire “NON CON I MIEI SOLDI”. Ma, credo soprattutto in uno sforzo collettivo per trovare tutti i modi possibili per opporci a questa assurda deriva dell’umanità. Perché di questo si tratta, non solo della nostra pelle. La guerra nucleare non è lo spauracchio usato dal governo russo come ci vogliono far credere, ma una possibilità concreta che nasce dalla convinzione che Putin sia proprio un dittatore spietato che pur di non essere cacciato dal potere è disposto a tutto.

Così come Zelensky pur di vincere questa guerra è disposto a vedere rase al suolo le città dell’Ucraina e ridotto alla fame e alla miseria l’intero popolo ucraino.

Rischio nucleare per la guerra in Ucraina: l’orologio dell’Apocalisse a soli 90 secondi dalla mezzanotte. “Vicini alla catastrofe”

“Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti e il Doomsday Clock riflette questa realtà” ha detto Rachel Bronson, il numero uno del Bullettin of Atomic Scientists, che ogni anno valuta i pericoli di un olocausto nucleare e per la prima volta ha pubblicato il suo bollettino con la decisione in inglese, russo e ucraino

 F. Q. | 24 GENNAIO 2023

Il mondo è a soli 90 secondi alla mezzanotte, ovvero dalla catastrofe. “Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti e l’Orologio dell’Apocalisse riflette questa realtà” ha detto Rachel Bronson, il numero uno del Bullettin of Atomic Scientists, che ogni anno valuta i pericoli di un olocausto nucleare e per la prima volta ha pubblicato il suo bollettino con la decisione in inglese, russo e ucraino. Nella fattispecie, con lo spostamento in avanti delle lancette gli esperti hanno segnalato che il mondo non è mai stato così vicino all’apocalisse. Lo scorso anno segnava 100 secondi alla mezzanotte. Creato nel 1947, durante la Guerra Fredda, l’orologio dell’Apocalisse, il Doomsday Clock, scandisce il tempo che l’umanità ha davanti a sé per evitare una catastrofe dovuta alle armi nucleari o ai cambiamenti climatici. Nel 2019 era stato stabilito che all’umanità restavano appena due minuti per evitare una catastrofe, proprio come era accaduto nel 2018 e nel 1953. Ora il Comitato Scientifico ha spostato ancora in avanti le lancette, principalmente (ma non solo) a causa dei crescenti pericoli derivanti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e al conseguente aumento del rischio di escalation nucleare. Mai, nei 75 anni della storia dell’Orologio, la Terra era stata così vicini alla catastrofe globale per l’umanità.

“I rischi per l’umanità sono molteplici, ma il più immediato e catastrofico è il pericolo proveniente dalle armi nucleari – sottolinea Lisa Clark, vicepresidente dei ‘Beati costruttori di Pace’ e referente per il disarmo nucleare della Rete Italiana Pace e Disarmo – con un’azione di guerra, ma anche solo con un errore di interpretazione da parte di una potenza nucleare specialmente in queste condizioni di tensione elevatissima causata dal prolungarsi e aggravarsi della guerra in Ucraina”. Il dovere di tutti noi, e soprattutto quello dei decisori politici degli Stati – ha proseguito – è fare ogni sforzo per smantellare e mettere al bando le armi nucleari, e per perseguire tutte le strade che possono aprire la porta a negoziati di pace”. L’analisi della situazione condotta dal Bulletin of Atomic Scientist evidenzia come la guerra della Russia contro l’Ucraina abbia sollevato profondi interrogativi sulle modalità di interazione tra gli Stati, erodendo le norme di condotta internazionale che sono alla base di risposte efficaci a una serie di rischi globali. La Russia ha inoltre portato il conflitto nei pressi dei siti dei reattori nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, violando i protocolli internazionali e rischiando il rilascio di materiali radioattivi. Nel frattempo l’ultimo trattato sulle armi nucleari tra Russia e Stati Uniti, il New START, è in pericolo. Se le due parti non riprenderanno i negoziati e non troveranno una base per ulteriori riduzioni, il trattato scadrà nel febbraio 2026. Ciò eliminerebbe le ispezioni reciproche, aggraverebbe la sfiducia, stimolerebbe una corsa agli armamenti nucleari e aumenterebbe la possibilità di uno scambio nucleare. Come ha avvertito lo scorso agosto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il mondo è entrato in “un periodo di pericolo nucleare che non si vedeva dall’apice della Guerra Fredda”.

Gli effetti devastanti di questa guerra non si limitano a un aumento del pericolo nucleare, ma minano anche gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico. Mary Robinson, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato: “Il Doomsday Clock sta suonando un allarme per l’intera umanità. Siamo sull’orlo del precipizio. Ma i nostri leader non stanno agendo con sufficiente velocità o forza per garantire un pianeta pacifico e vivibile. Dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica al rafforzamento dei trattati sul controllo degli armamenti e agli investimenti per la preparazione alle pandemie, sappiamo cosa è necessario fare. La scienza è chiara, ma manca la volontà politica. Questa situazione deve cambiare nel 2023 se vogliamo evitare la catastrofe. Siamo di fronte a crisi multiple ed esistenziali”.

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