IN PIAZZA A ROMA RITORNA IL POPOLO DELLA PACE da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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IN PIAZZA A ROMA RITORNA IL POPOLO DELLA PACE da IL FATTO

In piazza a Roma ritorna il popolo della pace

Luca De Carolis e Lorenzo Giarelli  4 Aprile 2025

Sfileranno Anpi, Arci e Acli; presenti Avs, Rifondazione e un gruppo Pd. Sul palco storici, giornalisti e attivisti, niet di Landini  

Ad aprire sarà un trio di big – Paola TavernaRoberto Fico, Alessandra Todde–, a chiudere, neanche a dirlo, il leader Giuseppe Conte. Nel mezzo oltre due ore di interventi di giornalisti, storici, attivisti, presidenti di associazioni e alleati politici, con quel no al riarmo a fare da filo conduttore di una giornata che i 5Stelle si aspettano identitaria e partecipata.

Ottimismo che i vertici del Movimento giustificano snocciolando i numeri: 18 pullman in arrivo dalla Puglia (più di mille persone, considerando chi si sposta in autonomia), quattro o cinque dalla Calabria e circa 400 attivisti pronti a muoversi in treno dalla Lombardia. Numeri che fanno intendere quanto i 5Stelle confidino nella piazza romana di domani (ritrovo alle 13 in piazza Vittorio Emanuele, palco finale in via dei Fori Imperiali), “autarchica” nell’organizzazione ma aperta negli inviti e negli interventi.

Sul palco dovrebbero salire Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, comunque sicuri partecipanti alla manifestazione: “È importante esserci – dice Bonelli al Fatto – su un tema sacrosanto che ci accomuna”. Previsti i contributi, tra gli altri, di Giuseppe Onufri, direttore di Greenpeace Italia, Walter Massa (Arci), Emiliano Manfredonia (Acli), Flavio Lotti (Marcia Perugia-Assisi) e del missionario Alex Zanotelli. Parleranno di pace e riarmo il direttore del Fatto Marco Travaglio, lo storico Alessandro Barbero, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, la giornalista (ed ex eurodeputata) Barbara Spinelli e l’economista americano Jeffrey Sachs.

Poi c’è il corteo, con le sue adesioni. Il Pd sarà sicuramente presente con una delegazione. Dovrebbe esserci l’area più dialogante con i 5 Stelle, Elly Schlein scioglierà la riserva oggi, durante il seminario con i deputati al Museo Cervi di Gattatico, in Emilia. Aveva praticamente deciso di andare, ma lo strascico del voto di Strasburgo sul rapporto annuale sulla politica estera e di difesa ha di nuovo rimescolato le carte: la delegazione dem ha detto no a larga maggioranza all’emendamento sul ReArm Eu, ma ha poi detto sì al voto finale, che di fatto lo ricomprendeva. Oltre a dire di sì a una serie di altre cose, come l’invito alle famiglie e ai giovani a fare esercitazioni in vista della guerra e al sostegno all’Ucraina fino alla vittoria. Tanto che ieri a cantare vittoria era soprattutto l’ala più centrista del partito, la stessa che con Filippo Sensi liquida l’iniziativa 5Stelle come “una piazza dai connotati di destra”. La segretaria dem vorrebbe andare per dare un segnale a Conte (“mi auguro di incontrarla, ha detto ieri l’avvocato) e non concedergli quella parte di elettorato, ma teme di essere attaccata dal palco. E dunque, alla fine potrebbe optare per un rapido saluto al corteo, nonostante lo spariglio del governatore campano Vincenzo De Luca, il quale due giorni fa ha benedetto la piazza: “La sostengo assolutamente, è un’ottima iniziativa”.

Tra i partiti, oltre ad Alleanza Verdi Sinistra, ci sarà Rifondazione comunista di Maurizio Acerbo: “Dopo la nostra manifestazione di sabato scorso in piazza Barberini – dice Acerbo – la manifestazione proposta dal Movimento 5 Stelle è un’occasione per rilanciare la mobilitazione pacifista contro il riarmo, la guerra in Ucraina e il genocidio in Palestina”.

Di ieri invece l’adesione dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi), che parteciperà al corteo con una delegazione nazionale pur “ribadendo la totale autonomia da qualsiasi formazione politica” (il presidente Gianfranco Pagliarulo è reduce da svariate liste di proscrizione in questi anni): “Il piano Readiness 2030 è l’ennesimo, gigantesco regalo all’industria delle armi, aumenterà la tensione internazionale col rischio sempre maggiore di un devastante conflitto e comporterà tagli pesantissimi alla spesa sociale”.

In questi giorni molti altri hanno sposato la piattaforma della piazza. Alcuni lo hanno fatto motivando le proprie ragioni sul Fatto Quotidiano, come l’ambasciatrice Elena Basile, il giurista Luigi Ferrajoli, lo scrittore e regista Moni Ovadia, gli ex parlamentari di centrosinistra Gian Giacomo Migone e Pino Arlacchi. Presenti anche Stefano FassinaLoredana De Petris e Paolo Cento, che porteranno in piazza il Polo progressista: “È arrivato il momento di far crescere il fronte della pace contro i mercanti di armi e di morte”.

E ancora: hanno sostenuto la piazza la giornalista ed ex parlamentare Luciana Castellina e l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, oltre al giornalista Michele Santoro, che alle scorse Europee promosse la lista Pace Terra Dignità pur senza risultare eletto.

Detto del dibattito interno al Pd, tra le assenze più rumorose spicca quella di Maurizio Landini e della sua Cgil, motivata dal fatto di non voler associare il sindaco a una iniziativa “di partito”. Mancherà invece solo per motivi personali l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che nei giorni scorsi ha però fatto avere il proprio endorsement alla manifestazione: “Siamo la maggioranza degli italiani, anche se chi spinge per l’invio di armi cerca di silenziarci o di etichettarci come pacifinti, filoputiniani, falliti, etc. Tutte bugie, vogliamo solo la pace”. Non ci sarà l’ex parlamentare 5S Alessandro Di Battista, mentre alcune sigle pacifiste – come la Rete Pace Disarmo – lasciano libertà di adesione personale senza però portare in piazza il proprio simbolo, pur condividendo il no al riarmo e l’esigenza di trattative di pace.

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