ELEZIONI REGIONALI LOMBARDIA: UNIONE POPOLARE C’È! da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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ELEZIONI REGIONALI LOMBARDIA: UNIONE POPOLARE C’È! da IL MANIFESTO

«Vogliamo disturbare le manovre della destra»

REGIONALI. Intervista a Mara Ghidorzi, candidata presidente di Unione Popolare in Lombardia

Roberto Maggioni  12/02/2023

«Sono a un picchetto antisfratto in via Adige a Milano, sentiamoci più tardi». Risponde così al telefono Mara Ghidorzi, candidata presidente di Unione Popolare in Lombardia, nel suo ultimo giorno di campagna elettorale. Mattinata tra gli inquilini sotto sfratto, pomeriggio a Milano a una manifestazione per la pace, due iniziative che fotografano bene la proposta politica di Up. «La Lombardia è campione di diseguaglianze, vogliamo portare un po’ di giustizia sociale in questa regione».

Ha detto più volte che l’unico voto utile è a lei e Unione Popolare. Perché?
I sondaggi dicono che vincerà la destra di Attilio Fontana, il distacco con Majorino è troppo ampio. Il voto utile è a noi perché servirà in consiglio regionale una vera sinistra che sappia fare una vera opposizione. In tutti questi anni di governo della destra il centro sinistra non ha fatto una vera opposizione, nessuno si ricorda una battaglia significativa fatta dal Pd in questi anni.

Che tipo di lavoro farà se entrerà in consiglio regionale?
Saremo i disturbatori delle manovre di questa destra. Con l’accesso agli atti, portando fuori dal Palazzo la documentazione che serve a chi sta fuori e portando dentro al Palazzo le vertenze dei comitati territoriali, ambientali, dei lavoratori.

Insomma, sarete a disposizione di chi fatica a far arrivare la sua voce al palazzo della Regione…
Esattamente, cosa che in questi anni non è avvenuta per un motivo molto semplice: centro destra e centro sinistra condividono lo stesso modello di sviluppo. Lo vediamo sulle grandi opere, sui grandi eventi, sull’urbanistica. La sinistra deve mettersi fuori da questo consociativismo. Ci credo che poi la gente non va più a votare: sono modelli fotocopia. Noi dobbiamo riprendere queste persone che si sono staccate dalla politica e far capire loro che è possibile essere differenti.

Le prime proposte da portare in aula?
La più urgente è l’emergenza sfratti: stop agli sfratti per morosità incolpevole. E la sanità ovviamente, le liste d’attesa sono un’indecenza. Serve un’unica agenda per le prenotazioni sotto il controllo pubblico.

Dovesse vincere Majorino, quindi una coalizione con i 5S e i Rossoverdi, cerchereste un dialogo?
La nostra sarebbe un’opposizione costruttiva, se dovessero arrivare proposte interessanti le appoggeremmo. Ma avremmo soprattutto una funzione di controllo perché al di là degli slogan vogliamo vedere fatti e azioni concrete.

Non vi fidate…
No, non ci fidiamo molto. Io vivo a Milano e ho visto cos’è il “modello Milano”. È un modello respingente dei poveri, è una città che fa greenwashing e che sta gentrificando i quartieri popolari. Io spero che quello non sia anche il “modello Lombardia” di questo centro sinistra.

Cosa l’ha colpita di più dei lombardi che ha incontrato in queste settimane?
Al di là delle specificità di ciascun territorio ho trovato alcuni problemi comuni: sanità, casa, ambiente. Ho visto tanta gente arrabbiata e delusa e questo mi conferma che c’è bisogno di portare avanti una sinistra d’alternativa e non d’alternanza.

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