“UN ERRORE CANCELLARE LA PROTEZIONE E GLI SBARCHI NON SI FERMERANNO” da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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“UN ERRORE CANCELLARE LA PROTEZIONE E GLI SBARCHI NON SI FERMERANNO” da IL MANIFESTO

Migranti senza protezione speciale, la retromarcia del governo Meloni

IMMIGRAZIONE. Il diritto, diversamente da quel che dice l’esecutivo, è presente nella maggior parte dei Paesi comunitari e non solo. Passi indietro nell’Ue anche dal Ppe che ora chiede «nuovi muri»

Raffaele K. Salinari*   18/04/2023

L’abolizione da parte del governo Meloni – con esplicita rivendicazione della presidente del Consiglio – della protezione speciale per i migranti che rischiano di essere uccisi o incarcerati nei Paesi di provenienza per le loro idee politiche, le tendenze sessuali o religiose, sancisce la cancellazione di un dispositivo di salvaguardia dei più basilari e riconosciuti Diritti Umani presente attualmente nella maggioranza delle nazioni comunitarie e non solo.

Già questo dato smentisce alla radice la pretestuosa motivazione, avanzata dal Presidente del Consiglio, dell’unicità dell’Italia in questo campo: semplicemente non è vero; le bugie possono far fare molta strada ma impediscono il ritorno, e questo in politica significa avere una vista miope. Ora è chiaro che sulla pelle dei migranti si giocano partite multiple: quella nazionale di competizione tra Fratelli d’Italia e Lega su chi esclude di più, ma anche una intera visione delle relazioni internazionali, in particolare tra Paesi ricchi ed impoveriti e, attraverso di essa, della costruzione stessa dell’Unione Europea. È evidentemente una visione biopolitica come la evidenziava Foucault negli anni ’80 del secolo scorso quando chiariva come il corpo migrante, con tutti i suoi significati e significanti simbolici, diventa la massima espressione di una governance che, come suo scopo ultimo, approfondisce anziché colmarle, le linee di frattura già presenti all’interno del genere umano. Il punto d’intersezione tra il trattamento dei corpi migranti e l’impostazione del biodominio è chiarissimo se riprendiamo la definizione stessa che Foucault dava di «potere sovrano», nella sua radicale novità rispetto alle condizioni in cui questo veniva esercitato sino al termine della guerra fredda. Prima della caduta del muro, infatti, il «potere sovrano» consisteva nel «dare la morte e concedere la vita»; in questi tempi scanditi dal biopotere, la sua definizione è invece cambiata in «sostenere la vita e lasciar morire».

A questo punto appare chiaro il forte collegamento tra gli annunci programmatici delle destre sovraniste sul divieto dei salvataggi plurimi in mare prima, ed ora la decisione italiana di cancellare la protezione speciale, peraltro appoggiata apertamente dal presidente del Ppe Manfred Weber che, in una ieri in una intervista ha dichiarato: «Servono subito accordi chiari di riammissione [leggi espulsioni forzate n.d.a.] con i Paesi di origine» ma, se questi non dovessero funzionareecco che «i muri dovrebbero essere l’ultima risposta, ma se non è possibile fermare in altro modo l’immigrazione clandestina allora bisogna essere pronti a costruire recinzioni. Il Ppe pensa che l’Unione europea debba finanziare queste recinzioni perché si tratta di proteggere i confini europei» (dal Corriere della Sera del 17-4-23).

In questa temperie politica è facile capire la necessità di attivare gli strumenti di una reale risposta che tenga insieme, Diritti umani e solidarietà internazionale; in altre parole investire finalmente le risorse atte a sostenere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che, in sede Onu, tutte le nazioni, incluse l’Italia, hanno deciso di attuare attraverso la destinazione dello 0,7 % del loro Pil, come oggi chiede al governo italiano l’omonima Campagna.

E infatti, basterebbe calcolare semplicemente quanto costano i muri, con la logica securitaria che li accompagna, la militarizzazione dei confini, il sostegno ai Governi che usano i migranti come bombe biologiche per drenare risorse dall’Europa, i persistenti danni ambientali che spingono i popoli a migrazioni forzate e, ultimo ma non per importanza, il continuo e progressivo restringimento degli spazi democratici all’interno stesso dei Paesi dell’Unione, per capire che l’investimento più produttivo per le democrazie è quello in solidarietà e Diritti.

Al contrario, lo stato di emergenza per gestire i migranti non è (ancora) lo stato di eccezione di cui parlava Carl Schmitt, ma chi di noi ha più anni ricorderà quante violazioni delle libertà civili furono ammesse negli «anni di piombo» a partire dal «fermo di polizia».

Ecco perché molti Sindaci, da Lepore a Bologna a Gualtieri a Roma, si oppongono a questa decisione dall’alto. E allora va rovesciata la logica del respingimento, dei muri, delle barriere, dell’esternalizzazione dei confini militarizzati; per questo le associazioni che si impegnano nella gestione dei migranti in mare, ma anche sulle banchine siciliane o greche, nelle procedure per la protezione dei minori, restituiscono come prima priorità a queste persone il loro volto, la loro identità unica e irripetibile, la loro forza vitale, perché siamo noi, quelli pronti a gettare al vento secoli di democrazia e convivenza, immersi nell’inverno demografico, ad aver bisogno della forza di queste vite almeno tanto quanto loro hanno bisogno di noi.

Portavoce CINI (Coordinamento Italiano Ong Internazionali)

«Un errore cancellare la protezione e gli sbarchi non si fermeranno»

MATTEO BIFFONI, RESPONSABILE IMMIGRAZIONE DELL’ANCI. Matteo Biffoni, lei è il sindaco di Prato ma anche il responsabile Immigrazione dell’Anci: quali conseguenze teme possano derivare per i territori dalla cancellazione della protezione speciale? Lo abbiamo già […]

Carlo Lania   18/04/2023

Matteo Biffoni, lei è il sindaco di Prato ma anche il responsabile Immigrazione dell’Anci: quali conseguenze teme possano derivare per i territori dalla cancellazione della protezione speciale?
Lo abbiamo già visto con i decreti Salvini, cancellarla non porterà a nessuna soluzione rispetto ai percorsi di arrivo in Italia delle persone e metterà semplicemente in difficoltà il sistema, perché ci ritroveremo tante più persone per la strada difficilmente collocabili. Pensare che la protezione speciale sia un motivo per venire in Italia è solo fumo negli occhi. Gli effetti non ci saranno subito ma è solo questione di mesi o se andiamo avanti con questi ritmi di settimane.

Quanti sono i sindaci che si oppongono al decreto Cutro?
Se tutti potessero esprimere il loro pensiero liberamente probabilmente il 100% perché il problema ce l’abbiamo noi. Quando i migrati saranno per strada dove pensa che andranno i cittadini? Dai sindaci. Perché il governo non ci ha ascoltato, perché non siamo stati coinvolti in questo tipo di scelte? Gli avremmo detto che così si creano problemi enormi. Quando fai il sindaco i problemi sono gli stessi per tutti.

La convince lo stato di emergenza?
Questo governo ha fatto delle promesse agli italiani durante la campagna elettorale sapendo di non poterle mantenere. Era il governo che doveva liberare l’Italia dai migranti e siamo allo stato di emergenza. Già questo fa ridere. Ma lo stato di emergenza significa che possono requisire gli spazi e riempirli di persone: capannoni e magari delle tendopoli. Quindi come fa a convincere un sindaco? Li ho io poi i migranti nei territori.

Teme anche lei, come il sindaco i Bologna Matteo Lepore, di vedere di nuovo strutture con grandi concentrazioni di migranti?
E’ così. Le faccio un nome: Bagnoli di Sopra, in Veneto. Cerchi su internet il Cas di quel paese e capirà cosa potrebbe accadere. Se non sbaglio era il 2016: paesino di 3.000 abitanti con un Centro di accoglienza straordinario situato in vecchia caserma con dentro centinaia di persone.
Però il ministro Piantedosi dice che si tratta solo di una questione tecnica per gestire gli sbarchi.
Speriamo, io continuo a non capire perché gli arrivi non si possono gestire in collaborazione con i sindaci. C’è un problema di burocrazia? Togliamo la burocrazia, è tanti anni che si dice.

Avete avuto modo di spiegare al governo i vostri dubbi?

Io l’incontro l’ho chiesto ma a meno che non abbiano convocato il mio presidente nazionale non ho ricevuto risposta.

Un’ultima domanda: sui Cpr lei ha una posizione un po’ diversa dagli altri sindaci del centrosinistra.
Il centrodestra vuole farci discutere dei Cpr ma figurati se in questa situazione il problema adesso sono i rimpatri e i Cpr. Servono solo a distrarre l’attenzione. Detto questo a me non piacciono, sono sempre stato contrario però dico che sono previsti dal testo unico per l’immigrazione e per come li vorremmo noi dovrebbero starci solo le persone con una condanna passata in giudicato. Io dico: non ci piacciono? Bene, troviamo un’alternativa. Ma c’è anche un problema etico: perché il Cpr in Toscana no, ma poi i migranti vengono portati nel Cpr di altre regioni.Sta polemizzando con il governatore della Toscana Giani che ha detto di non volerlo?
Io polemizzo con tutti, anche con i miei, con la mia segreteria nazionale, con il segretari provinciale e regionale. Perché anche io sono contro i Cpr, neanche a me piacciono, però dobbiamo decidere qual è l’alternativa per governare questo problema.

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