DIFENDERE LA PACE, IL NOSTRO FUTURO E LA VERITÀ: UN IMPERATIVO PER L’ITALIA E PER L’EUROPA da RIVOLUZIONARIOTTIMISTIBLOG
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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DIFENDERE LA PACE, IL NOSTRO FUTURO E LA VERITÀ: UN IMPERATIVO PER L’ITALIA E PER L’EUROPA da RIVOLUZIONARIOTTIMISTIBLOG

Difendere la pace, il nostro futuro e la verità: un imperativo per l’Italia e l’Europa

Mario Sommella  12/01/2025

Da mesi assistiamo a una preoccupante campagna mediatica volta a convincerci che la pace, conquistata con enormi sacrifici e goduta per 79 anni, sia ormai un privilegio irraggiungibile. Si insiste sul fatto che il nostro Paese debba prepararsi a una guerra imminente, giustificando così l’aumento delle spese militari e, in alcuni casi, proponendo il ritorno al servizio militare obbligatorio. Uno degli esempi più evidenti di questa propaganda è l’articolo pubblicato da Federico Rampini sul Corriere della Sera il 7 settembre 2024, in cui si legge: «Una mia provocazione: il tabù del servizio militare di massa. Per l’immenso lavoro che c’è da fare, riparando decenni di diseducazione e  disinformazione, non guasterebbe evocare anche il tabù supremo: il ritorno a un servizio militare di massa, la leva obbligatoria». Rampini non si fa scrupolo di definire i decenni di rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione – che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie – come un periodo di “diseducazione”. Questa è solo una delle tante pressioni che stanno emergendo, volte a preparare l’opinione pubblica a una svolta militarista. Recentemente, alcuni Comuni italiani hanno iniziato a iscrivere i giovani diciottenni nelle liste di leva, una pratica che sembra riecheggiare epoche che credevamo superate.

La falsa minaccia russa e le vere cause del conflitto in Ucraina Al centro di questa narrazione vi è l’idea che la Russia rappresenti una minaccia diretta per l’Europa e per l’Italia. Questa costruzione ideologica, priva di fondamento, capovolge completamente le cause del conflitto in Ucraina e sfrutta le paure della popolazione per giustificare scelte politiche ed economiche che vanno contro gli interessi dei cittadini europei. Un’analisi oggettiva smonta questa narrazione:

La Russia è il paese più grande del mondo, con un territorio di 17.075.400 km² e una popolazione di circa 160 milioni di abitanti. Straordinariamente ricca di risorse naturali (gas, petrolio, uranio, ferro, grano, ecc.), non ha alcun interesse a conquistare paesi europei poveri di materie prime.

L’Europa, con 4.050.000 km² e circa 500 milioni di abitanti, è invece densamente popolata e scarsamente dotata di risorse naturali.

Perché, dunque, la Russia dovrebbe impiegare i pochi uomini di cui dispone per invadere l’Europa? Non si tratta forse di una narrazione costruita per giustificare sanzioni economiche e alimentare il commercio di armi?

Inoltre, va ricordato il sacrificio umano immenso che questa guerra sta comportando per entrambi i popoli coinvolti: centinaia di migliaia di soldati e civili russi e ucraini hanno già perso la vita in una guerra devastante, commissionata dagli Stati Uniti e combattuta sul suolo europeo.

Le radici del conflitto: gli accordi di Minsk, le promesse tradite e le mediazioni fallite

Per comprendere meglio il contesto storico, è fondamentale tornare agli accordi di Minsk del 2014 e 2015, che miravano a garantire una soluzione

pacifica al conflitto tra Kiev e le regioni

separatiste del Donbass. Questi accordi furono sistematicamente disattesi, con gravi responsabilità da parte sia dell’Ucraina che dei suoi alleati occidentali.

Ancora prima, però, bisogna ricordare una promessa storica: dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1990, i leader politici americani garantirono verbalmente a Gorbačëv che la NATO non si sarebbe mai espansa verso est. Nonostante ciò, negli anni successivi, l’alleanza atlantica si è estesa fino ai confini della Russia, alimentando le tensioni geopolitiche che hanno portato al conflitto attuale. Un episodio particolarmente significativo si è verificato nei primi mesi del conflitto ucraino.

La Turchia, sotto la guida di Recep Tayyip Erdoğan, aveva mediato un possibile accordo di pace tra Russia e Ucraina.

 Tuttavia, secondo diverse testimonianze, il Primo Ministro britannico Boris Johnson intervenne personalmente, su mandato americano, per far naufragare quei negoziati, impedendo una soluzione diplomatica. Questo intervento dimostra come alcune potenze occidentali abbiano attivamente lavorato per prolungare il conflitto, anziché cercare una via d’uscita.

La distruzione del Nord Stream: un attacco al cuore dell’Europa

Un altro evento fondamentale, spesso sottovalutato, è stato il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, una delle principali infrastrutture per la fornitura di gas russo all’Europa. Questo atto, avvenuto nel settembre 2022, ha segnato un punto di svolta nella crisi energetica europea.

La distruzione del Nord Stream non solo ha privato l’Europa di una risorsa energetica cruciale, ma ha anche rafforzato la dipendenza dal gas naturale liquefatto (LNG) statunitense, venduto a un prezzo esorbitante rispetto al gas russo. Questo episodio ha sollevato sospetti su chi abbia tratto vantaggio dal sabotaggio, con molti analisti che puntano il dito verso gli Stati Uniti, che hanno visto aumentare le proprie esportazioni di LNG verso il continente europeo. La crisi energetica che ne è seguita ha avuto effetti devastanti sull’economia europea, contribuendo all’aumento dei costi per famiglie e imprese, e mostrando chiaramente come l’Europa sia stata sacrificata per interessi geopolitici ed economici non suoi.

Gli interessi economici e strategici degli Stati Uniti

Dietro questa guerra, si celano chiari interessi economici e geopolitici americani:

  1. Controllo delle risorse russe

La Russia possiede alcune delle più grandi riserve mondiali di materie prime. Destabilizzarla o isolarla economicamente consente agli Stati Uniti di consolidare il proprio controllo su queste risorse.

2. Industria bellica

L’80% delle esportazioni mondiali di armi proviene dagli Stati Uniti. Alimentare conflitti garantisce profitti straordinari a un settore fondamentale per l’economia americana.

3. Gas naturale liquefatto (LNG)

Le sanzioni alla Russia e la distruzione del Nord Stream hanno costretto l’Europa a sostituire il gas russo con il LNG americano, venduto a un prezzo molto più alto. Questa dipendenza energetica ha provocato una crisi economica in Europa, ma ha avvantaggiato enormemente le aziende americane.

La ricerca della verità: il documentario di Massimo Mazzucco

Per smascherare le menzogne e approfondire le cause reali del conflitto, consiglio il documentario di Massimo Mazzucco, Ucraina, l’altra verità (15 aprile 2022), che analizza con rigore storico e prove documentali le dinamiche geopolitiche dietro questa guerra.

➡ Guarda il documentario su YouTube: Massimo Mazzucco, Ucraina, l’altra verità. https://bit.ly/3ZIejhI

Difendere la pace: un imperativo morale e politico

Non possiamo restare in silenzio di fronte alla militarizzazione dell’Europa e alla distruzione di un paese intero. È nostro dovere difendere la pace, la nostra Costituzione e il futuro delle prossime generazioni. La pace non è un’utopia, ma una scelta politica e morale che richiede coraggio, determinazione e impegno. Opponiamoci alla propaganda della guerra e uniamoci per costruire un futuro basato sulla cooperazione, sulla verità e sulla giustizia.

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