5 STELLE, UNA VALANGA ANTI-RIARMO: “QUESTA È L’ALTERNATIVA AL GOVERNO” da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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5 STELLE, UNA VALANGA ANTI-RIARMO: “QUESTA È L’ALTERNATIVA AL GOVERNO” da IL FATTO

5 Stelle, una valanga anti-riarmo: “Questa è l’alternativa al governo”

Luca De Carolis  6 Aprile 2025

Conte, con il tono di chi ha vinto: “Oggi il Movimento allarga il raggio del suo messaggio, questo è il primo pilastro di un’alternativa di governo”. In un pomeriggio di sole e folla nella Roma che si affaccia sui Fori, Giuseppe Conte celebra il ritorno al futuro dei 5 Stelle. Perché con il suo corteo contro il riarmo, un fiume di bandiere, striscioni e kefiah palestinesi che mette assieme a occhio tra le 40 e le 50 mila persone, il M5S si (ri)prende un pezzo di mondo alla sua sinistra, e in parte sono porzioni di società che già nel 2014 un uomo lontanissimo da Conte come Gianroberto Casaleggio provò ad avvicinare al Movimento citando Enrico Berlinguer dal palco di piazza San Giovanni, come nume tutelare del M5S. Un’era geologica dopo, tanta sinistra radicale – o semplicemente delusa – marcia assieme ai 5 Stelle contiani, quelli “progressisti ma indipendenti”. Ed è valanga, inattesa anche per gli organizzatori, che alla vigilia puntavano alle 15 mila presenze. Invece sul palco in via dei Fori Imperiali Conte può esagerare: “Siamo in 100 mila”. Cifra chiaramente abnorme. Ma sono comunque decine di migliaia, i pacifisti. Così aprendo la manifestazione Paola Taverna può infierire dal microfono su Carlo Calenda: “Qualcuno voleva cancellare il M5S. Ebbene, cancellate questa piazza!”.

Sberleffo prevedibile, vedendo il serpentone con le circa 1500 bandiere del M5S che sfilano accanto a quelle della pace e della Palestina. Ma ci sono anche i drappi con falce e martello di Rifondazione Comunista, che su via Cavour appende uno striscione “anti Ue e anti Nato”. Non è proprio la ricetta di Conte, e lui dal palco lo preciserà: “Questa Europa è debole, senza strategia, ma è la nostra Europa”. Ma conta quel serpentone, “il corteo della nostra identità” riassume Riccardo Ricciardi. Colmo però anche di non iscritti ai 5 Stelle. “Abbiamo riempito 17 pullman dall’Emilia Romagna, e tanta gente che ci è salita non è nostra” assicura l’ex parlamentare Michela Montevecchi. Anche per questo Conte lo sostiene su X: “Nasce una grande alternativa all’Italia del riarmo e dei tagli alla sanità”. Un messaggio contro Giorgia Meloni, certo, “perché oggi si rompe quella farlocca luna di miele che la premier ha costruito con una parte degli italiani con le bugie” teorizza l’avvocato. Ma pure un segnale di forza agli alleati ma non troppo del Pd, che si presentano con una delegazione “di alto livello” come rimarca l’eterno pontiere Roberto Fico al Fatto, capeggiata dal capogruppo in Senato Francesco Boccia e dal responsabile Enti Locali Igor Taruffi. Arrivano sul luogo della partenza, a pochi passi da piazza Vittorio, e un paio di manifestanti rumoreggiano. Ma la maggior parte della gente gli stringe le mani, magari con l’aggiunta di qualche battuta – “quel voto in Europa sul riarmo…” – e li esortano “all’unità”. Boccia giura: “Con il Movimento sono tanti i punti che ci uniscono”. Lui, l’avvocato, è conciso: “Sono contento che le principali forze di opposizione siano tutte qui”. Perché ci sono anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, come oratori dal palco. Pd, M5S, Avs: è questo il perimetro delle opposizioni, chiedono a Conte? E lui: “Sono forze che dialogano in via privilegiata, ma ciò che conta è la piazza che chiede messaggi senza ambiguità”. Piazza tecnicamente di sinistra? Fratoianni sorride: “Lo è, anche in sostanza”. Accanto, Bonelli: “Quella del Movimento è un’evoluzione evidente”. Un bel pezzo del Pd è di altro avviso, ma in questo sabato il M5S pensa solo positivo.

Così Stefano Patuanelli assieme al figlio guarda il corteo, e sostiene: “Ci siamo aperti sempre di più alla società civile e la società civile sta venendo da noi”. Fico abbraccia Boccia e nel retropalco parla con i dem: presto dovranno ragionare nel dettaglio della sua corsa in Campania. Nell’attesa osserva: “Questo corteo ha una visione di società”. Passa l’ex ministro Alfonso Bonafede: “Sono qui da militante. Il centrosinistra? L’importante è darsi messaggi chiari”. Chiara Appendino bacia e abbraccia attivisti: “L’Italia spenda per curare, non per uccidere”. Chiude, naturalmente, Conte, che ricorda “il non bel risultato delle Europee”, cioè il disastro del 9,99%. “Ma abbiamo seminato bene, ed eccoci qui”. Eccoli, nella piazza della rivincita.

Manifestazione per la pace, gli interventi. Da Gaza alla nostra Carta: “Insieme contro la paura”

Roberto Abela  6 Aprile 2025

Il bisogno di “ritrovarsi” per “non essere complici”

Quattro ore di interventi dal palco, tante voci provenienti da mondi diversi. Ne pubblichiamo alcuni stralci.

“Noi siamo qui per rivendicare il diritto di disobbedire a chi ci vuole trascinare in guerra, a chi ci vuole sempre più poveri e rassegnati, a chi non ci vuole bene, a chi non ci vuole insieme, ai signori dell’inevitabile, la guerra inevitabile, la corsa al riarmo inevitabile, la povertà inevitabile, le diseguaglianze inevitabili, a tutti questi signori noi diciamo no, non ci stiamo, non ci avrete, per quanta propaganda farete non ci lasceremo corrompere, noi non saremo vostri complici” (Flavio Lotti, Tavola per la pace).

“Ci chiamano putiniani, trumpiani e ripetono l’assurdo proverbio ‘Se vuoi la pace, prepara la guerra’. Questo dicono al Parlamento europeo le maggioranze e il piano di riarmo. Intendono ben altro: ‘Se vuoi la guerra, prepara la guerra’. C’è chi dice che riarmarsi fa salire crescita e occupati. Parola di Draghi. Noi europei, che ne abbiamo fatte a bizzeffe di guerre, sappiamo che se dal 1945 abbiamo costruito welfare e diritti sociali è perché è stata scelta la pace” (Barbara Spinelli).

“Un giorno mi sono messo a piangere davanti a quello che avviene a Gaza contro i palestinesi. Quello che mi preoccupa di più è l’indifferenza totale dell’Occidente verso un popolo schiacciato come il popolo palestinese. Non possiamo assolutamente accettare quello che avviene sotto gli occhi di tutti, perché sappiamo tutti quello che sta avvenendo” (Alex Zanotelli, padre comboniano).

“Siamo governati da una banda di pazzi in Italia e in Europa e siamo stati finora ciechi. Qual è il compito di un intellettuale? Di chiunque svolga un ruolo intellettuale? Di aiutare chi ha gli occhi chiusi ad aprirli. Ebbene questa piazza oggi è un intellettuale collettivo che deve aiutare ad aprire gli occhi davanti all’obbrobrio di questa Europa e di questa Italia” (Angelo D’Orsi, storico).

“Sono tornato da poco da Gerusalemme. Ho visto un muro e oltre questo muro, da una parte c’erano dei ragazzi senza speranza, che non possono muoversi, che non possono studiare, che non riescono a lavorare. Dall’altra parte c’erano ragazzi che viaggiano armati, stanno con i mitra, ragazzi che hanno la stessa età. E tutti hanno una cosa in comune: la paura della guerra. La paura. È quella la vera arma della guerra. Allora noi dobbiamo scacciare la paura, come hanno fatto i nostri Padri costituenti, che hanno conosciuto la guerra e per questo hanno scritto che la guerra va ripudiata” (Emiliano Manfredonia, Acli).

“Abbiamo bisogno di ritrovarci e oggi lo abbiamo fatto. Abbiamo bisogno di ritrovarci anche tra diversi: questo continua a rimanere un grande valore. Abbiamo bisogno di prenderci cura dello smarrimento e dello sconforto delle persone, delle paure che stanno vivendo in questa fase drammatica della storia. (…) Dove la pace è e sarà sempre la prima parola d’ordine inequivocabile, noi ci saremo sempre, con spirito inclusivo e con la nostra voglia di lottare per un mondo migliore, più giusto e in pace” (Walter Massa, Arci).

“Oggi, in piazza contro il riarmo, a favore del cessate il fuoco e del negoziato, per l’Ucraina e anche per Gaza, ci dovrebbe essere tutto il centrosinistra, tutti i progressisti al gran completo. Per chiedere di spendere quegli 800 miliardi non per armare un’altra volta la Germania, ma per investire in sanità, scuola, ricerca, cultura, arte” (Sabrina Ferilli).

“Non sono alla manifestazione, ma vorrei inviarvi come viatico un brano di Ricredetevi!, l’opuscolo che Lev Tolstoj scrisse contro la guerra:
 ‘Ma come gli uomini sedicenti illuminati, possono essi propagare la guerra, concorrervi, parteciparvi e, quel che è più terribile, senza esporsi ai pericoli della guerra, spingervi, mandarvi dei disgraziati fratelli ingannati?’” 
(Laura Morante).

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