STOLTENBERG: “KIEV AVANZA”. NYT: “TUTTO COME PRIMA” da IL FATTO e IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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STOLTENBERG: “KIEV AVANZA”. NYT: “TUTTO COME PRIMA” da IL FATTO e IL MANIFESTO

“Presi 300 kmq più di Kiev”. La mini-offensiva è di Mosca

GUERRA IN UCRAINA – “Le parti combattono per posizioni rimaste le stesse per mesi”. Stoltenberg: “Le forze ucraine avanzano”

 GIAMPIERO CALAPÀ   29 SETTEMBRE 2023

Il risultato di questi mesi segnati, in Italia, da abbondante retorica sulla controffensiva eroica di Kiev? “Mentre l’Ucraina ha ottenuto piccoli avanzamenti al Sud, la Russia ha conquistato complessivamente più territorio, soprattutto nel nord-est”: non lo scrive la Pravda, ma – udite, udite – il New York Times. “Entrambe le parti stanno combattendo per posizioni che sono rimaste le stesse per mesi”. Niente di nuovo sul fronte orientale, verrebbe da dire. E, a fronte dei fiumi di inchiostro sprecati da gran parte della stampa italiana per convincerci della potenza dell’offensiva ucraina con toni da Istituto Luce dell’Italia fascista, il New York Times specifica: “Sommando gli avanzamenti di entrambe le parti, la Russia ora controlla quasi 200 miglia quadrate (circa 320 chilometri quadrati, ndr) in più di territorio in Ucraina rispetto all’inizio dell’anno”.

Il segretario generale della Nato a Kiev
Mentre l’articolo del Nyt faceva il giro del mondo, ieri il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è volato a Kiev per continuare, vicino a Zelensky, anche la guerra di propaganda: “Le forze ucraine stanno avanzando, stanno guadagnando gradualmente terreno”. Stolteberg ha continuato a promettere a Kiev l’ingresso nella Nato: “L’ultima volta che sono stato qui, in aprile, abbiamo discusso dei nostri preparativi per il vertice dell’Alleanza e dei vostri preparativi per la controffensiva. Oggi le vostre forze stanno andando avanti. Più l’Ucraina diventa forte, più ci avviciniamo alla fine dell’aggressione russa: la Russia potrebbe deporre le armi e oggi la guerra sarebbe finita. Kiev non ha questa opzione. La resa dell’Ucraina non significherebbe la pace”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha colto la palla al balzo: “Abbiamo dimostrato che l’adesione di Kiev alla Nato sarebbe naturale e rafforzerebbe l’Alleanza, è solo questione di tempo”.

Putin: “Stiamo creando armi nucleari avanzate”
Dall’altra parte della barricata di propaganda, invece, il presidente russo Vladimir Putin ha arringato i lavoratori dell’industria nucleare della società statale Rosatom: “La Russia sta lavorando alla creazione di armi nucleari avanzate in grado di mantenere l’equilibrio strategico nel mondo”. Un avvertimento che sa di nostalgismo per i vecchi tempi della guerra fredda, a cui poco dopo segue l’annuncio del Cremlino: Mosca aumenterà nel 2024 la spesa per la Difesa. Il portavoce Dmitry Peskov lo definisce un aumento “assolutamente necessario poiché viviamo in uno stato di guerra ibrida che è stata scatenata contro di noi e per non parlare poi dell’operazione militare speciale in Ucraina che richiede costi elevati”. E come ulterirore provocazione a Kiev e all’Occidente Putin ha deciso di istituire il 30 settembre la giornata della “Riunificazione con le regioni ucraine” ora in parte o interamente sotto il controllo di Mosca, ovvero le repubbliche autoproclamate di Donetsk, Zaporizhzhia, Lugansk e Kherson. Il presidente russo può contare poi anche sulla rinnovata fedeltà del sanguinario leader ceceno Ramzan Kadyrov, ricevuto al Cremlino ed elogiato da Putin per “la situazione positiva della regione e per il buon lavoro svolto sempre in collaborazione con il governo di Mosca”.

Attacco interno a Belgorod
In Russia però c’è anche chi a Putin tenta di opporsi, come i combattenti della “Legione libertà della Russia”, che hanno annunciato di essere entrati nella regione di Belgorod. “Continuiamo a ripulire la nostra casa dalla sporcizia di Putin – hanno scritto sui loro canali social –, la battaglia è in corso” contro le guardie di frontiera e le forze di sicurezza russe. Ma informazioni certe e più precise su questo focolaio interno alla Russia ovviamente non ce ne sono.

Sofia: “Inviamo munizioni difettose, aggiustatevele”
Infine, sembra una rubrica “strano ma vero”, ieri il Parlamento bulgaro ha approvato la decisione di fornire munizioni difettose all’esercito ucraino che Kiev, a detta di Sofia, avrà modo di aggiustare e utilizzare. “Il nostro Paese non ha la capacità di riparare autonomamente queste munizioni e il loro utilizzo potrebbe creare un serio rischio per la vita del personale militare bulgaro. L’Ucraina ha dichiarato di avere la capacità di sistemare tali munizioni”, hanno affermato i deputati durante le votazioni trasmesse in diretta sul sito web del Parlamento.

Stoltenberg si inventa vittorie: «Kiev avanza». Nyt: tutto come prima

GUERRA UCRAINA. Il segretario della Nato smentito dai fatti: mai lo stallo è stato peggiore. Zelensky chiede più armamenti e più in fretta, Mosca pensa di incrementare del 70% il budget militare: la guerra non ha fine

Francesco Brusa  29/09/2023

Rassicurazioni, finte aperture e minacce. Ieri il segretario della Nato Jens Stoltenberg si è incontrato a Kiev con Zelensky per un vertice sull’andamento della guerra e sullo stato di coesione dell’alleanza internazionale che sostiene l’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione russa.

«La Nato è con voi oggi, domani e per tutto il tempo necessario», ha detto il funzionario norvegese in conferenza stampa. Aggiungendo che «le forze ucraine stanno avanzando, stanno guadagnando gradualmente terreno».

Zelensky ha ribadito la necessità di procedere con l’invio di ulteriori armamenti con la massima rapidità possibile (proprio in questi giorni si sta consumando un’altra titubanza da parte del cancelliere tedesco Olaf Scholz sui missili Taurus). Parallelamente, il generale ucraino Valerii Zaluzhnyi si è riunito con il capo di stato maggiore della difesa britannico Tony Radakin per discutere la situazione sul terreno. Che, al di là dell’ottimismo mostrato da Stoltenberg, rimane incerta.

UN EDITORIALE apparso ieri sul New York Times ha ribadito, basandosi soprattutto su analisi e dati elaborati dall’Institute for the Study of War, che «la linea del fronte, dopo mesi di combattimenti estenuanti e pesanti perdite, è rimasta praticamente invariata». In particolare, l’agosto appena passato ha rappresentato il momento di maggiore stallo e dall’inizio del 2023 di fatto la Russia ha conquistato più del doppio del terreno rispetto all’Ucraina (contando che le forze di Mosca erano all’offensiva nel periodo invernale e che il guadagno netto corrisponde a un’area abbastanza irrisoria, più piccola di Kiev).

D’altra parte l’attacco ucraino alla flotta russa a Sebastopoli della scorsa settimana e, più in generale, l’aumentata vulnerabilità della Crimea sembrano essere fattori non secondari che potrebbero segnare uno sviluppo significativo.

In un’intervista al Corriere della Sera il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha nuovamente confermato che l’obiettivo di Kiev è isolare la penisola illegalmente occupata dalla Russia nel 2014 e si dice fiducioso che questo modificherebbe le sorti della guerra: «Le truppe russe al fronte andranno nel panico e la retorica politica di Mosca cambierà del tutto», ha affermato. «All’incirca l’80 per cento di ciò che serve alla prima linea passa da lì».

LA LOGISTICA dei rifornimenti costituisce in effetti un punto cruciale: stando a quanto hanno dichiarato due giorni fa le autorità in esilio di Mariupol, la Russia starebbe costruendo una linea ferroviaria nell’area occupata a sud-est che permetterebbe di trasportare materiale bellico e civile senza doversi affidare al ponte della Crimea.

Se confermato, potrebbe essere legittimamente letto come un segnale che per le forze di Putin stanno aumentando difficoltà e preoccupazioni. Al tempo stesso, però, è uno dei tanti elementi che indica la determinazione del Cremlino ad adottare tutte le contromisure necessarie per perseguire i propri intenti di espansione.

Non deve perciò sorprendere la proposta del ministero della difesa russo di incrementare del 70% (111,04 miliardi di dollari) le spese per il prossimo anno. «È ovvio che si tratta di un’azione necessaria perché ci troviamo in uno stato di guerra ibrida», ha commentato ieri il portavoce governativo Dmitri Peskov. Precisando: «Intendo la guerra ibrida che è stata mossa contro di noi».

GLI FA ECO il ministro delle finanze Anton Siluanov, evocando lo slogan «tutto per il fronte, tutto per la vittoria», mentre Putin ha appena firmato un decreto per istituire il 30 settembre come «giorno della riunificazione» dei quattro oblast ucraini recentemente annessi con la «madrepatria», in cui si sono di recente svolte le elezioni regionali.

Dal canto suo il ministro degli esteri Lavrov dice alla Tass che il Cremlino è pronto a trovare un accordo con Kiev, «se vengono rispettate le esigenze di sicurezza di Mosca e se si tiene conto della situazione sul campo». Intanto proprio sul campo, riportano le fonti locali, altre tre persone sono state uccise dall’artiglieria russa a Kherson.

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