LA UIL INVITA ALLO SCIOPERO. OGGI LA CGIL RILANCERÀ da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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LA UIL INVITA ALLO SCIOPERO. OGGI LA CGIL RILANCERÀ da IL MANIFESTO

La Uil invita allo sciopero. Oggi la Cgil rilancerà

SINDACATI E MANOVRA. Bombardieri invita anche Sbarra alla mobilitazione. Oggi Landini all’Assemblea generale alzerà l’asticella. Ma la Cisl continua a parlare di «manovra con luci»

Massimo Franchi  18/10/2023

Ora c’è anche la richiesta scritta: «Scioperi territoriali contro la manovra del governo Meloni». Ad avanzarla Pierpaolo Bombardieri e tutta la Uil. Destinatari Cisl e Cgil.
La risposta dei primi è scontata: Gigi Sbarra ha parlato di «manovra con un visione sociale». Ieri ha dovuto correggere il tiro sulle pensioni, visto la rivolta della sua categoria – la Fnp – ma il giudizio complessivo è sempre fatto di «luci e ombre».

DA PARTE DELLA CGIL invece un sì sostanziale arriverà oggi dall’Assemblea generale, massimo organo confederale. E già ieri Landini ha riunito i segretari di categoria per anticipare la posizione che annuncerà a tutti i delegati questa mattina.

Landini e Bombardieri già lunedì avevano disertato l’incontro a palazzo Chigi per «l’esposizione del disegno di legge di bilancio». Lasciando già presagire la posizione comune a favore dello sciopero che conferma lo schema degli ultimi due anni: contro la legge di bilancio del governo Draghi e la prima del governo Meloni.

Ieri Bombardieri ha prima riunito il Consiglio nazionale della Uil. Se dalla Cisl si preventivavano divisioni e possibili spaccature sulla linea dello sciopero, in ben 18 interventi non c’è stata una sola difesa della manovra e, anzi, Bombardieri ha dovuto mediare rispetto a posizioni financo più massimaliste.

LA COMUNICAZIONE della proposta è invece arrivata nel pomeriggio durante l’inaugurazione del murales voluto dalla Uil all’ex Fiera di Roma per la campagna «Zero morti sul lavoro» che Bombardieri porta avanti da più di un anno. Si tratta del più grande di Roma e di uno dei più grandi d’Italia: oltre 400 metri quadri (55 di base per 8 altezza). Il soggetto è una donna che piange per la morte sul lavoro di un proprio caro. L’autrice è la street artist e scenografa Alice Pasquini.

Qui Bombardieri ha spiegato che il giudizio della Uil sulla manovra è «negativo», «chiediamo a Cgil e Cisl di avviare un percorso unitario di mobilitazione con scioperi regionali». «Non possiamo stare fermi. Dobbiamo cercare il migliore dei modi per rivendicare diritti e tutele». L’invito a Cgil e Cisl è «di proseguire il percorso unitario per sostenere il contenuto delle piattaforme e rivendicazioni unitarie, avviando insieme un percorso di mobilitazione regionale e\o territoriale e di categorie, prevedendo manifestazioni con ore di sciopero».

UNA PROPOSTA APERTA e flessibile che lascia alla Cgil la possibilità di rispondere oggi in maniera positiva potendo sostenere di «continuare la mobilitazione» riaperta sabato 7 ottobre con la grande manifestazione di piazza San Giovanni e di poter poi arrivare allo «sciopero generale» sul quale la stessa Cgil ha avviato una consultazione straordinaria il cui esito sarà reso pubblico a breve.

Il leader della Uil «esprime soddisfazione per il mantenimento del cuneo fiscale, per gli investimenti sul rinnovo dei contratti pubblici» ma, sottolinea, nel primo caso «per i lavoratori si conferma ciò che già c’era: la busta paga di gennaio sarà uguale a quella di dicembre» e nel secondo caso «le risorse sono insufficienti»: i 5 miliardi non bastano per rinnovare i contratti dei 3 milioni di dipendenti pubblici, ce ne vorrebbero almeno il doppio.

«Resta aperta una questione salariale, causata dalla perdita di circa il 20% del potere d’acquisto di salari e pensioni», conclude Bombardieri.

L’unità sindacale rimane invece almeno per il settore dei teatri lirici. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Fials Cisal hanno annunciato «lo stallo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale delle Fondazioni lirico sinfoniche», tutto il «personale dipendente sarà in sciopero per la prima di ogni produzione a partire da lunedì 21 ottobre».

Cgil e Uil rompono gli indugi. Pronte allo sciopero generale

SINDACATI. Landini e Bombardieri non sono andati a palazzo Chigi all’«esposizione» della manovra

Massimo Franchi  17/10/2023

Davanti ad un doppio «attacco alla Costituzione» la Cgil si avvicina a larghi passi verso lo sciopero generale. Che potrebbe già essere deciso mercoledì. Maurizio Landini ha deciso di disertare l’incontro a palazzo Chigi in cui il governo di Giorgia Meloni ha fatto «l’esposizione del disegno di legge di bilancio» e ha attaccato «l’uso politico del Cnel» fatto dallo stesso governo e dal suo presidente Renato Brunetta.

A MENO DI UNA SETTIMANA dalla manifestazione «La via maestra» che ha riempito Roma in difesa della Costituzione, il segretario Cgil ha dato coerenza e seguito riassumendo il comportamento degli ultimi giorni della destra al governo. «Siamo in presenza di uno snaturato delle funzioni del Cnel, chi oggi lo dirige ha scelto di fare del Cnel la terza Camera, piegando l’organo a una logica politica, partita dalla richiesta del governo che anziché dire cosa pensa e che vuole fare su salari e contratti ha scaricato il proprio ruolo sul Cnel, mettendone così in discussione l’autonomia e l’autorevolezza», incalza Landini.

La Cgil contesta in primis il metodo adottato da Brunetta: «Ci sono state forzature come mai nella storia, il Cnel è stato fatto votare a maggioranza e 39 su 64 non è neanche una maggioranza qualificata, Legacoop non ha votato, mentre Cgil e Uil rappresentano la maggioranza dei lavoratori in quasi tutti i settori». Per Landini non è un caso «che chi avrebbe dovuto pagare il salario minimo ha votato no: nessuno di loro sa cosa vuol dire lavorare a 5 euro l’ora». Brunetta parla di centralità della contrattazione? La risposta è per le rime: «La contrattazione non ci devono certo insegnare come si fa. Oggi c’è bisogno di un sostegno legislativo che rafforzi il ruolo della contrattazione».

Poi arriva il tema più di giornata: la convocazione a palazzo Chigi sulla manovra. «Alle 19 siamo stati convocati per l’esposizione della legge di bilancio. Assieme a 17 altre categorie sociali, il tutto in una sola ora e mezzo a cui seguirà un’altra riunione con altre 17 sigle. Il 28 agosto avevamo scritto a Meloni per discutere con tutte le parti sociali che stipulano contratti. Non abbiamo avuto risposta. Non si vuole riconoscere il ruolo costituzionale alle parti sociali e ai nostri 5 milioni di iscritti.

È la stessa logica usata dal Cnel». Nel merito della manovra, Landini è ugualmente critico: «Questa manovra taglia la sanità, non combatte la precarietà, sulle pensioni torna alla Fornero facendo peggio dell’anno scorso, non prevede le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti pubblici. Il taglio del cuneo lo abbiamo conquistato noi con Draghi, viene solo confermato per il 2024 e non diventa strutturale».

ECCO PERCHÉ LA STRADA dello sciopero generale – sebbene nell’usuale formula «Non escludiamo nulla» – si avvicina.
Mercoledì 18 ottobre la Cgil ha convocato l’Assemblea generale per stabilire come proseguire la mobilitazione sulla manovra e il salario minimo. «Abbiamo intenzione di fare questa discussione assieme alle altre organizzazioni sindacali», conclude Landini. Anche se a breve – primi giorni di novembre – la Cgil darà poi i risultati della sua «Consultazione straordinaria» dei lavoratori e della votazione sulla «mobilitazione fino allo sciopero generale».

MOLTO PROBABILMENTE della partita sarà anche la Uil, riproponendo lo schema degli ultimi due anni. Neanche Bombarieri – a Parigi per la manifestazione dei sindacati europei – ieri sera era a palazzo Chigi infatti: «Noi riuniamo i nostri organi il 17 ottobre e sicuramente la Uil porterà avanti la mobilitazione perché non c’è contraddizione tra mobilitarsi e sedersi al tavolo di confronto. Se questo ci darà la forza per strappare al governo qualcosa che è giusto per lavoratori allora bene, altrimenti prenderemo le decisioni del caso», ha detto Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, entrando a Palazzo Chigi. Per l’esecutivo non c’era Giorgia Meloni ma il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la ministra del Lavoro Marina Calderone e il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo.

Il governo ha cercato di dare segnali alle parti sociali, ma senza successo. Spuntano nuovi tasselli, come lo stanziamento di 5 miliardi per la Pa e l’apertura a sorpresa, per quanto ancora abbozzata, sul Superbonus che riguarderebbe, secondo l’Ance, una nuova possibile proroga. Ma le novità che arriveranno lunedì in consiglio dei ministri riguardano anche la fiscalità, con una mini-Ires per agevolare chi assume. Considerata la dote in deficit (15,7 miliardi) si arriva già a tre quarti di quello che dovrebbe essere l’ammontare complessivo di questa manovra «leggera», proiettata verso una cifra intorno ai 22 miliardi.

La parte del leone la fa il taglio del cuneo, finanziato al momento per il 2024, cui si affiancano le risorse per la Pa, soprattutto per la sanità, e misure per le famiglie e la natalità. Alle pensioni un pacchetto ristretto di interventi, con la proroga di quota 103 e dell’Ape sociale un po’ ampliata e la possibile rivisitazione di Opzione donna.
«VALUTEREMO, come sempre, senza pregiudizi», dice all’uscita il segretario Cisl Luigi Sbarra, «senza furore ideologico ma anche senza fare sconti a nessuno».

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