LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO PUÒ ESSERE DISATTIVATA da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO PUÒ ESSERE DISATTIVATA da IL MANIFESTO

La società del controllo può essere disattivata

VERITÀ NASCOSTE . La rubrica su psiche e società. A cura di Sarantis Thanopulos

Sarantis Thanopulos  17/06/2023

Un gruppo di scienziati di Cambridge ha creato embrioni sintetici con cellule staminali. L’obiettivo è lo studio dello sviluppo embrionale in laboratorio per una migliore comprensione dell’impatto dei disturbi genetici e delle condizioni biologiche che provocano aborti spontanei ricorrenti. Attualmente lo studio su embrioni naturali donati, soggiace al limite legale di un periodo massimo di 14 giorni. La speranza dei ricercatori è che con gli embrioni sintetici questo limite possa essere superato.

Non ci sono prove che questi embrioni possano evolvere fino a diventare feti. Ottenuti con cellule staminali di topi e impiantati nell’utero di un topo femmina non hanno prodotto una gravidanza. Non è chiaro se questo insuccesso sia dovuto a problemi riguardanti le caratteristiche intrinseche degli embrioni sintetici o a problemi di natura tecnica.

Come fa notare il giornalista del “Guardian”, che ha riportato la notizia, i progressi nel campo della sperimentazioni scientifica rendono rapidamente obsoleta la loro regolamentazione legale. Al di là dell’uso immediato di questi progressi, finalizzati secondo gli scienziati che li realizzano a una comprensione migliore delle malattie e a una loro terapia più efficace, è un dato di fatto che sempre di più una parte aggressiva della ricerca biomedica mira alla produzione di bambini in laboratorio e più in generale al controllo degli esseri umani come vere e proprie macchine biologiche da produrre, aggiustare e manutenere come tali. Questa “volontà di potenza” non è iscritta nelle intenzioni consapevoli dei ricercatori. È nella mentalità anonima che li anima e li muove, anche quando sono lontani dalle logiche di potere.

La scienza è mossa da una passione irriducibile verso lo “sguardo di Dio”, che tutto può vedere e tutto può comprendere, ma sa che non può e non vuole raggiungerlo. Così questo sguardo diventa la sua Itaca e le regala la tensione creativa, il “bel viaggio”.
Gli scienziati diventati tecnici rischiano di essere abitati dallo “sguardo di Dio”. Nella volontà di possederlo, di essere tutt’uno con esso, finiranno per esserne posseduti. Il loro sogno, diventato un incubo, alienerà la loro mente e i loro sentimenti.

Gli alchimisti inseguivano il segreto della produzione chimica (sintetica) dell’oro, senza rendersi conto che se avessero scoperto l’oro avrebbe perso il suo significato che millenni di relazioni umane hanno costruito. Molti ricercatori, è anche clinici, non comprendono che gli esseri umani, e la loro salute fisica e psichica, sono il prodotto di relazioni tra di loro e con l’ambiente in cui vivono. Queste relazioni sono decisive, sia per lo sviluppo corporeo sia per quello del sistema nervoso, ma la medicina le sta, molto colpevolmente, dimenticando e cerca di sostituirle con il laboratorio. La pandemia ha mostrato la preponderanza delle cause extra-mediche nella sua determinazione, ma insistiamo nell’essere ciechi.

Con tutta la nostra potenza tecnologica il nostro rapporto con l’ambiente è catastrofico, il mondo in cui viviamo è un posto molto insicuro, la vita media si sta lentamente riducendo. La società del controllo minaccia il nostro futuro è non saranno i dispositivi legali a bonificarla. Bisogna disattivare i meccanismi che la rendono necessaria e ci inducono rassegnazione.

In primo luogo dobbiamo recuperare il pensiero critico, lo sguardo globale capace di cogliere prospettive diverse e di vivere nelle contraddizioni senza annullarle, lo sguardo che non pretende di controllare e fabbricare la realtà, ma apprende dalla sua esplorazione. In secondo luogo dobbiamo tornare a vivere pienamente nella convivialità, nell’incontro dei nostri sguardi e respiri. È tempo di impegnarsi nella disobbedienza al pensiero tecnico diventato “main stream” e nella ricostruzione degli spazi fisici e psichici della “società civile” che fanno circolare il pensiero e le emozioni.

La fantascienza prepara le guerre del futuro

EXPRESS. La rubrica delle culture che fa il giro del mondo

Maria Teresa Carbone  08/06/2023

Col tempo e con la paglia maturano le nespole, si diceva quando i proverbi veicolavano saggezza e la pazienza era una virtù. Ma anche nella nostra epoca accelerata e smaniosa, i vecchi detti mantengono un valore, se non altro perché mostrano che oltre alla frutta, pure le notizie a volte devono aspettare per arrivare a maturazione. Ne è una prova un servizio uscito martedì sul sito dell’emittente pubblica all-news d’oltralpe France24, il cui titolo, in questi tempi bellicosi, sembra fatto apposta – e lo è – per catturare l’attenzione: Perché Macron legge thriller di fantascienza per prepararsi alle guerre del futuro.
Notizia interessante, ma non freschissima, come si evince dal farraginoso sommario: «Mentre il Parlamento si prepara a votare mercoledì (ieri, per chi legge, NdR) l’aumento delle spese militari, le Forze Armate francesi sembrano decise a continuare ad assumere autori di fantascienza per immaginare future minacce alla sicurezza nazionale. Finora, i romanzieri del progetto Red Team hanno scritto più di una dozzina di storie e realizzato due libri che trattano di guerre basate sulla disinformazione di massa, sul bioterrorismo e su uno stato-pirata. E anche il presidente Macron li legge».

Ed ecco il necessario riassunto delle puntate precedenti: quattro anni fa, nel luglio 2019, l’Aid (Agence de l’innovation de défense) annuncia la creazione di una squadra di autori di fantascienza appunto per immaginare scenari di rischio. Oltre un anno dopo, nel dicembre 2020, il Red Team (nome ufficiale del gruppo, in barba all’avversione francese per gli anglicismi) viene presentato nel corso del Forum Innovation Défense. Nel suo resoconto per Actualitté Nicolas Gary riporta stralci dell’appello rivolto dall’allora ministra della difesa Florence Parly agli scrittori, per così dire, arruolati: «Sorprendeteci, sconvolgeteci, fateci uscire dalle nostre abitudini e dalla nostra comfort zone. Rivelateci le piste che non abbiamo visto o non vogliamo vedere. La vostra missione è seria, preziosa, impegnativa. Saluto il vostro impegno, collettivo e personale, per la difesa della Francia e dei suoi valori, che sono l’orgoglio del nostro Paese».
Passano i mesi, e nel luglio 2021 Raphaëlle Rérolle su Le Monde anticipa alcuni scenari immaginati dagli scrittori. Per esempio: ««Grandislande, 12 ottobre 2045. La capitale di questo Stato insulare vicino alla Francia è sommersa da un’enorme alluvione. Il fiume Timide ha rotto gli argini a causa di un’inondazione e di un attacco ai sistemi idrici, facendo piombare la città in un’atmosfera da fine del mondo. Voci di un attacco bioterroristico seminano il panico tra gli abitanti che cercano di fuggire, ma non escono mai dalla bolla di realtà alternativa in cui sono intrappolati…».

Poi le già sparute notizie sul progetto si riducono a zero. Ma ora, non a caso in concomitanza con il voto per l’aumento del budget militare, è arrivato il momento di gloria del Red Team. In questo tempo – ci rassicura Claire Paccalin su France24 – gli scrittori hanno lavorato sodo e senza litigare (uno dei criteri di reclutamento era la disponibilità ad abbandonare un’idea non accolta dagli altri componenti del gruppo), e anche i militari sono soddisfatti: secondo Jean-Baptiste Colas, dell’Aid, «grazie al Red Team sono state modificate alcune parti dell’apparato di sicurezza della nuova portaerei», e il progetto verrà probabilmente ripreso e allargato ad altri ministeri. Quanto ai libri, i primi due saranno disponibili per i comuni lettori all’inizio del 2024, «debitamente modificati, in modo da non rivelare informazioni classificate».
Eh sì, a proposito di modi di dire (purtroppo non più così vecchi): «Taci, il nemico ti ascolta».

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