IN GALERA, IN GALERA! da IL FATTO e IL FARO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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IN GALERA, IN GALERA! da IL FATTO e IL FARO

Stretta su “Ultima Generazione”: a Padova 12 indagati per associazione a delinquere

GIUSEPPE PIETROBELLI  16 APRILE 2023L’azione più a effetto l’avevano compiuta il 21 agosto, quando tre attivisti si erano incatenati nella Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto. Poi si sono ripetuti, a Padova, in altre sei occasioni: tre volte con blocchi stradali e striscioni, quindi imbrattando il muro del centro culturale di via Altinate, o tentando di usare vernici spray sui muri della sede regionale della Lega a Noventa Padovana, dove hanno indossato le maschere dei ministri Cingolani e Salvini. Mentre il governo inasprisce le pene per il movimento ambientalista di “Ultima Generazione”, a Padova la Digos conclude un’indagine iniziata un paio d’anni fa accendendo i fari su 12 persone e la Procura contesta, oltre a una lunga serie di reati, anche l’associazione per delinquere. Luana Zanella, capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, commenta: “Suonano come accuse abnormi, questo fenomeno di contestazione va compreso e ascoltato, non perseguito come se si trattasse di una banda di delinquenti abituali. Siamo solidali con loro”.

Oltre a quello associativo, i reati contestati dal pm Benedetto Roberti vanno dall’ostacolo al traffico all’interruzione di pubblico servizio, l’imbrattamento di edifici pubblici, privati e di interesse storico. L’identificazione non è stata difficile, perché gli attivisti (tranne nel caso delle maschere dei ministri) hanno sempre agito a volto scoperto e si sono fatti riprendere mentre lanciavano appelli a difesa dell’ambiente e del clima. La Digos ha cominciato a indagare nel 2020 quando sono apparsi manifesti del collettivo “Extinction Rebellion” sulle vetrine di negozi di grandi catene di distribuzione dell’abbigliamento nel centro di Padova. Fu individuato il primo degli indagati, ora accusato di essere “uno dei promotori e organizzatori del movimento ambientalista Ultima Generazione”. Il più anziano degli indagati ha 57 anni, il più giovane ne ha 21. Si tratta soprattutto di studenti che frequentano facoltà scientifiche.

“Ultima Generazione”, nata alla fine del 2021 da Extinction Rebellion, è stata protagonista in Veneto del blocco del ponte della Libertà, l’accesso a Venezia, e di un’azione nella Galleria dell’Accademia, quando si attaccarono alla cornice della “Tempesta” del Giorgione. “Continua la repressione – ha commentato l’organizzazione sulla propria pagina Facebook – Dei cittadini nonviolenti trattati come se fossero dei mafiosi. Questa è la legge del Far West, non la legge di uno stato democratico”.

Colletti bianchi, chi va in carcere in Italia?

 Sebastiano Lo Monaco  29/11/2022

Quanto emerge dal rapporto SPACEI 2021, dove vengono mappati 46 Stati europei, l’Italia e il suo sistema penale sembrano pensati per colpire alcuni reati e schivarne altri. A farla franca sono principalmente i “colletti bianchi”: manager, CEO, amministratori delegati, presidenti e direttori.

A parlare sono i numeri, infatti, nella popolazione carceraria, censita nel gennaio dal 2020 al 2021, i colletti bianchi presenti dietro le mura delle patrie galere sono lo 0,9%, 326 su 36.204 detenuti. Questi 326 scontano una pena per reati economico-finanziari.

Colletti bianchi, problema principale le leggi italiane

Il 99% dei detenuti ha commesso reati che nulla hanno a che vedere con i reati finanziari, le leggi italiane hanno le maglie larghe, come la tela di un ragno che lascia sfuggire le prede grandi e intrappola le piccole visto che si arriva con difficoltà a condannare un colletto bianco che ha frodato, riciclato o commesso altro.

La mannaia si abbatte sul traffico di stupefacenti visto che il 31,7% di chi si trova dietro le sbarre sta scontando una pena per reati di droga ed è un unicum in tutta Europa. Chi ha percentuali più basse dell’Italia nel condannare i colletti bianchi è, ad esempio, l’Albania con lo 0,1% su 2.284 detenuti.
C’è poi l’Estonia con lo 0,1% su 1.882, l’Islanda con lo 0,1% su 123 e la Moldova con lo 0,2% su 5.444.

A partire dalla Polonia, 1% su 58,571 detenuti, il resto d’Europa è molto severo con chi commette frodi finanziarie. Al primo posto c’è la Slovenia dove il 16, 8% su 760 detenuti ha commesso reati finanziari. Le cose vengono prese seriamente anche in Germania: 9,8% su 46.851 e in Francia: 7,1% su 44.817.

La situazione in Germania

Cosa succede in Germania, delinquono più dell’Italia? No. Il problema è che nelle nazioni summenzionate, i reati finanziari vengono mal visti e puniti a dovere. È il sistema penale italiano a essere più clemente verso questa gente che, lo ribadiamo, finisce in carcere molto raramente.

In Germania solo il 13,2% si trova in carcere per reati dovuti agli stupefacenti, in Francia il 16%, in Spagna il 17%. Quindi, l’Italia è come la Colombia ai tempi di Escobar? No. È il sistema penale che viaggia a due velocità dando vita a quella che viene definita “Giustizia di classe”: di manica larga per i più abbienti, spietata verso i deboli.

Niente di nuovo sotto il sole, si direbbe e non sembra che le cosa tendano a migliorare. Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni sta seriamente pensando di “modificare” il reato di abuso d’ufficio che è la spia di crimini molto più gravi a partire dalla corruzione.

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