IL BUCO NERO DELLA GUERRA da IL MANIFESTO e IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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IL BUCO NERO DELLA GUERRA da IL MANIFESTO e IL FATTO

Il buco nero della guerra

COMMENTI. Tutto sarebbe filato liscio al Concertone del Primo Maggio se non ci fosse stato l’intervento del fisico Carlo Rovelli. Sfilata di cantanti sui quali gli esperti hanno subito stilato una […]

Tommaso Di Francesco  03/05/2023

Tutto sarebbe filato liscio al Concertone del Primo Maggio se non ci fosse stato l’intervento del fisico Carlo Rovelli. Sfilata di cantanti sui quali gli esperti hanno subito stilato una classifica, convinta conduzione necessariamente retorica ma manco troppo, e soprattutto decine e decine di migliaia di giovani e non, sotto la pioggia ad ascoltare, a partecipare al solito rito.

Che stavolta è sembrato a tutti meno ripetitivo, meno sottrazione del conflitto e più restituzione di temi veri, perché ridotto all’osso del confronto tra il triste presente del lavoro precario e i contenuti della Costituzione. Intanto nelle stesse ore, quasi a contraddire la giornata «altra» dei giovani in piazza per il Concertone che resta organizzato e voluto dalle tre confederazioni sindacali, la presidente del Consiglio Meloni – che chiama Cgil-Cisl-Uil con il termine spregiativo “la triplice” come del resto i fascisti hanno sempre fatto nel Belpaese – mandava in onda, volutamente in alternativa al protagonismo sindacale delle piazze, uno spot sulla «sua» febbrile giornata lavorativa, sullo sfondo i ministri ridotti a comparse, con un piano sequenza che scavava negli angoli di Palazzo Chigi, così indimenticabile da far apparire quello della “Giornata particolare” di Ettore Scola come una prova d’esami dello Sperimentale di cinematografia. Poi l’intervento di Carlo Rovelli che ha fatto ancora di più la differenza.

Il fisico, teorico e studioso dei «buchi bianchi», considerato tra i maggiori divulgatori scientifici al mondo, gentile e pacato come sempre si è rivolto ai giovani leggendo un suo testo nel quale ad ogni tratto ha ripetuto un intercalare: i problemi seri del mondo dove «non tutto è meraviglioso» possono essere affrontati solo dai giovani, «solo voi potete affrontarli».

«C’è una catastrofe ecologica che sta arrivando e rischia di rovinarvi il futuro – ha detto – e nessuno prende le decisioni per fermarla perché a qualcuno dà fastidio, ci sono diseguaglianze che crescono, ma voglio dirvi che stiamo andando verso una guerra che cresce e invece di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono paesi, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso».

Poteva bastare la catastrofe ambientale, si poteva pure sopportare la denuncia delle diseguaglianze che dilagano e che si aggraveranno con i provvedimenti del governo Meloni come in piazza hanno denunciato i segretari confederali e in particolare Landini, ma l’insistenza sulla guerra è stato davvero «troppo», uno «scandalo»: «Spendiamo più di due trilioni di dollari in spese militari – ha continuato Rovelli senza alcuna reticenza e dichiarando quello che, secondo i sondaggi, pensa la maggioranza degli italiani – , invece di usare le risorse per la musica, costruire strade etc, le usiamo per ucciderci l’un l’altro. I potenti vogliono essere più potenti e come in Italia vogliono essere vassalli dei potenti, ma la guerra si fa anche perché costruire armi è una delle attività più lucrative del mondo».

E incredibilmente non contento ha aggiunto tra gli applausi, stavolta accusando il governo: «In Italia il Ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, presidente della federazione dei costruttori di armi, il Ministero della difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte. Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra. E il governo italiano sta decidendo di mandare una portaerei a fare i galletti davanti alla Cina – (è vero, lo ha annunciato lo Stato maggiore della Marina ndr) -, queste sono le scelte che rischiano di distruggere le nostre vite».

Poi, sempre rivolto ai giovani, ha concluso con estrema chiarezza contro i Signori della Guerra: «Questo non è il mondo che ci piace: il mondo non è dei signori della guerra, ma vostro, perché siete tantissimi e il mondo potete cambiarlo, insieme, potete fermare la distruzione del Paese, potete fermare i signori della guerra, costruire un mondo lavorando assieme per risolvere i problemi. Sognate un mondo migliore e costruitelo, non vivete nell’attesa di sogni irrealizzati. Non abbiate paura di imbrattare i muri, cambiate questo mondo». Parole inequivocabili di verità, esortazioni più che legittime.

Infuriato naturalmente il governo, per il quale questa guerra è una polizza assicurativa: finché dura – in strano connubio con le scelte criminali di Putin – il sostegno internazionale atlantico è garantito.

Crosetto, il gigante «buono» – che cresce di statura e peso ad ogni lievitazione della spesa militare per il nostro riarmo, che infatti sale – e che dopo avere presieduto Leonardo come ministro sparge armi e imprese d’armamenti Made in Italy come parmigiano in giro per il mondo – non ha forse ridato con Meloni subito i missili agli Emirati in guerra con lo Yemen e già occupanti con i Saud del Bahrain? – si è risentito per essere stato definito «piazzista di morte». Dopo le scuse dei conduttori del Concertone «perché è mancato il contraddittorio», il gigante «buono» con signorilità padronale per chiarire la natura del suo lavoro vuole invitare a cena Rovelli. Che ha risposto sì, ma ricordando che «non è un fatto personale».

No, non è un fatto personale, è solo l’articolo 11 della Costituzione scritto dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Lo scopo è quello della pace. Non il buco nero della guerra.

Rovelli vittima della Rai ruffiana: conduttori avvisati già 7 giorni fa

IL FISICO E IL “PIAZZISTA DI MORTE” – Ma il direttore tv Coletta era stato chiaro: “Non sarà una serata anti-governo, poi gli imprevisti ci sono”

DI GIAMPIERO CALAPÀ E GIANLUCA ROSELLI   3 MAGGIO 2023

Al botto del Concertone del Primo maggio non ha pensato un cantante o un artista, ma uno scienziato, il fisico Carlo Rovelli, invitato dalla iCompany – la società che si occupa dell’organizzazione dell’evento per Cgil, Cisl e Uil – a salire sul palco. “La guerra – ha attaccato Rovelli – si fa anche per motivi più banali… perché costruire armi è un affare terribilmente lucroso. E nel fiume di denaro che producono le industrie di armi, le industrie della morte, ci sguazza la politica. È ragionevole che in Italia il ministro della Difesa sia stato per anni legato a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, la Leonardo? E sia stato presidente della Federazione dei costruttori di armi (l’Aiad). Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra, o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?”.

Boom, Rai3, prima serata. Il Concertone, il più visto in tv dal 2009, osservato speciale dal governo di destra, ha colpito. Tanto che lo stesso ministro Guido Crosetto ci ha dormito sopra e poi ha preso lo smartphone per twittare: “Inviterò a pranzo il professor Rovelli così la prossima volta che parlerà di me lo farà avendo conosciuto me, le mie idee, sapendo cosa ho fatto e faccio ogni giorno per cercare la pace e fermare la guerra e anche per sentire come si serve una nazione con serietà e rispetto”. Rovelli, con eleganza, declina l’invito su Facebook: “Apprezzo molto la cortesia del ministro della Difesa, e il suo gentile invito a cena, e lo ringrazio. Ma la questione che ho posto nel mio intervento il Primo maggio non è personale fra lui e me. È politica, riguarda il futuro di noi tutti, e vorrei se ne discutesse nel Paese, non a cena in due”. Ma prima della replica del ministro era stata la stessa conduttrice del Concertone, Ambra Angiolini, a prendere dal palco durante la serata le distanze dall’intervento di Rovelli: “Qua non c’è censura, quando invitiamo i nostri ospiti lasciamo loro la libertà di esprimere la loro opinione, è importante. Spiace che, non essendo un dibattito politico, nel caso del professor Rovelli, quando si attacca una persona precisa, ci dovrebbe essere un contraddittorio. Diamo a tutti la possibilità di parlare ma anche a tutti quella di rispondere e la risposta è mancata. È un’opinione del professor Rovelli, se lo avessimo saputo avremmo avuto la possibilità di avere un contraddittorio. Non lo sapevamo e non è successo”.

LEGGI – Carlo Rovelli: “In Ucraina si picchiano due maschioni di periferia”

Concetto ieri ribadito dall’attrice al Corriere.it: “La liturgia dei media vuole che quando si esprime la propria opinione, occorre sapere che se non è previsto un contraddittorio (e un concerto non è una tribuna politica) non si possa attaccare un assente. Io ho precisato questo, senza entrare nel merito. Sono meccanismi base della tv che ormai conosco bene, anche se non c’è più Boncompagni che mi parla nell’orecchio. Ormai le ho imparate le regole, lui mi ha insegnato tutto molto bene”. Regole d’ingaggio della Rai, che pur essendo responsabile soltanto della messa in onda e delle riprese aveva già messo le mani avanti dal 26 aprile, quando il direttore prime time Stefano Coletta, accanto a Landini, spiegò alla presentazione della serata: “Nessuna strumentalizzazione, alcuna volontà di politicizzare in chiave antigovernativa questo evento. Il tema è stato scelto dai sindacati. Se l’artista x ha intenzione di trasgredire non è prevedibile da parte nostra: gli imprevisti negli show ci sono, ma non sto mettendo le mani avanti”. Come no. Tutto previsto e temuto. Non è arrivato un artista, ma uno scienziato. Crosetto, per anni plenipotenziario di Berlusconi in Piemonte, deputato con Forza Italia dal 2001; dal 2008 al 2011 sottosegretario alla Difesa (Berlusconi IV); nel 2012 è tra i fondatori di Fratelli d’Italia; nel 2014 è presidente di Aiad e senior advisor di Leonardo; nel 2020 diviene presidente di Orizzonte sistemi navali, azienda specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma; dall’ottobre scorso, ministro della Difesa nonostante per lui stesso non fosse opportuno “visto il lavoro che faccio”. Infatti, è labile il confine tra competenza e conflitto d’interessi e l’interrogativo di Rovelli è almeno legittimo.

Mosca bianca, buco nero

Marco Travaglio  3 MAGGIO 2023

Torna, a grande richiesta, il “contraddittorio”: quella cosa che viene invocata per tappare la bocca a chi dà noia al potere. Il governo parla a reti unificate, il presidente del Senato zittisce i giornalisti, la premier da due mesi non risponde a una domanda che non si sia fatta lei e fa dirette social raccontando palle, usando Palazzo Chigi come scenografia e i ministri come comparse. Ma se uno scienziato viene invitato al concerto del 1° Maggio, si suppone a parlare visto che non canta, apriti cielo: manca il contraddittorio! Lo scienziato è Carlo Rovelli, fisico di fama mondiale, ultimo bestseller Buchi bianchi, vero pacifista e dunque contrario alle armi in Ucraina. Esattamente come la Cgil che l’ha chiamato. Purtroppo Landini non aveva previsto che, invitato a dire la sua, avrebbe detto la sua: sennò gli avrebbe affiancato uno dei mille guerrafondai che infestano l’Italia. Ma Rovelli avrebbe potuto parlare anche di buchi bianchi: ergo, per garantire il contraddittorio, la Cgil avrebbe dovuto invitare un terrapiattista scettico sui buchi bianchi, e pure neri. Non contento, Rovelli si è permesso di dare una notizia vera: “Il ministro della Difesa era legato a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, Leonardo, e presidente della Federazione dei costruttori di armi”. Poi, applicando la logica, ha domandato: “Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?”.

Sentendo leggere in tv il proprio curriculum, il ministro Crosetto – già presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, senior advisor di Leonardo e titolare di società consulenti di aziende fornitrici del ministero della Difesa – se n’è avuto a male: “Rovelli non sa di che parla. Io lavoro per la pace, cerco ogni giorno di fermare la guerra (sic, ndr), non faccio il pacifista ma faccio il ministro. Lui faccia il fisico. Quando cambia settore compie qualche scivolone… Normalmente chi è pacifista poi è per i russi”. E ha invitato Rovelli a pranzo per farsi conoscere. Ma dovrebbe invitarsi da solo. Scoprirebbe che fu un certo Crosetto, il 18.8.2022, a dichiarare a Tpi: “Io ministro della Difesa? Mi sembrerebbe inopportuno, dato il mio lavoro”. Ad auspicare il 27.10.2010 “rapporti con la Russia di collaborazione industriale” con “una joint venture tra Iveco e un’azienda russa” per fabbricare i blindati Lince perché siano “adottati dalle forze russe” (che ora li usano per invadere l’Ucraina). E a tuonare il 9.1.2017 contro Nato e Usa: “Assurdo e gratuito atto ostile della Nato nei confronti della Russia: non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Ecco, il Crosetto-2 dovrebbe invitare a pranzo il Crosetto-1. E fargli pagare il conto.

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