CASO ACCA LARENTIA: ALL’ATTENZIONE DI PARLAMENTO, CORTE DI CASSAZIONE, UE da IL MANIFESTO e IL FATTO
Acca Larentia, il caso arriva in Parlamento e in Ue
POSTFASCISTI. Piantedosi in commissione Segre si dice «indignato» ma rivendica il non intervento delle forze di polizia in piazza. Le opposizioni chiedono che parli in aula. La condanna del leader Ppe Weber
Giuliano Santoro 10/01/2024
Lo scontro sui saluti romani ad Acca Larentia si sposta in parlamento. Dapprima davanti alla commissione speciale sul razzismo e l’antisemitismo presieduta da da Liliana Segre, che da tempo aveva all’ordine del giorno l’audizione del ministro dell’interno Matteo Piantedosi. La senatrice a vita ha aperto la seduta dicendosi sconfortata dagli eventi del 7 ottobre tra Israele e Gaza e quelli dei giorni a venire, Piantedosi ha riferito dell’aumento dell’ostilità nei confronti degli ebrei, dei reati d’odio online e della tensione che rischia di crescere ancora, anche se se non ha preso in considerazione l’anti-islamismo. Le forze dell’ordine hanno contato 134 «episodi di antisemitismo» la maggior parte dei quali consiste però in «scritte murarie o striscioni di condanna nei confronti dello Stato di Israele, in cori anti-israeliani intonati durante i cortei o nelle manifestazioni pubbliche». Difficile, insomma, distinguere la legittima critica al governo israeliano dalle reali forme di antisemitismo. Gli unici dati forniti dal Viminale sulle persone denunciate, invece, si riferiscono agli episodi di razzismo in generale. I quali, effettivamente, sono in crescita: da gennaio a novembre del 2023 si sono contati 313 casi di discriminazione e razzismo. Nello stesso periodo dell’anno precedente erano stati 154.
A QUEL PUNTO, sollecitato da una domanda, Piantedosi ha parlato dei recenti fatti di Acca Larentia. Sostenendo che casi come questo non si interviene per evitare che la situazione degeneri (curioso, per un ministro che ha debuttato con un provvedimento contro i rave parties). Inoltre, sostiene sempre Piantedosi, non è vero che nessuno dei partecipanti è stato identificato e che la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. Infine, il ministro ha ammesso che la selva di saluti romani nel cuore di Roma, «suscita indignazione». Diverso l’approccio di Ignazio La Russa, che dismette i panni della seconda carica dello stato per indossare quelli dell’avvocato: «È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono». La Russa fa riferimento al fatto che il prossimo 18 gennaio la Cassazione si riunirà a sezioni unite per esprimersi dare una linea interpretativa sulla questione, sulla quale si era espressa già in passato nel 2018, sostenendo che nel corso di funerali e rievocazioni storiche il saluto fascista non costituirebbe reato.
MA LA VICENDA più che giuridica è politica. Prova ne è il fatto che Meloni sia pronta a partire per la campagna elettorale che dovrebbe proiettarla in posizione centrale nei nuovi equilibri europei e che proprio dall’Ue arrivino prese di posizione pesanti. Per il capogruppo dei liberali di Renew Europe Stephane Sejourné, ad esempio, le immagini che provengono da Roma «rappresentano qualcosa che non possiamo tollerare». E il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber sentenzia: «In Europa non c’è posto per il saluto fascista».
A MONTECITORIO, intanto, tutte le opposizioni hanno invocato l’intervento del governo. «Piantedosi dovrebbe venire a riferire – ha attaccato Nicola Fratoianni – Vorremmo sapere se considera normale un paese in cui poche settimane fa alla prima della Scala è stato identificato prontamente un cittadino che ha gridato ‘Viva l’Italia antifascista’, e se sia normale che nelle scuole di questo paese quando c’è un’occupazione vengono identificati gli studenti, mentre a centinaia di vigliacchi fascisti viene consentito di alzare il braccio in una strada pubblica». Vittoria Baldino, dal M5S, ha aggiunto: «Non vogliamo invocare una repressione rispetto alle commemorazioni e alle manifestazioni, ma il fatto curioso è che nel momento in cui abbiamo un governo che usa il pugno duro contro le manifestazioni, che non lesina interventi repressivi duri nei confronti degli studenti che manifestano, invece al governo sfugge una manifestazione che va contro i principi della nostra Costituzione». Per Benedetto Della Vedova (+Europa) «le immagini di Acca Larentia fanno il giro del mondo e Meloni dovrebbe sentirsi in dovere di prendere le distanze».
L’OCCASIONE si presenta già quest’oggi, nel primo pomeriggio. Quando la segretaria del Partito democratico Elly Schlein interverrà alla Camera nel corso del question time, alla presenza proprio di Piantedosi, presentando un’interrogazione sui «Fenomeni di fascismo che non vengono contrastati dal governo».
Sì, no, forse: il saluto romano reato variabile in Cassazione
SEZIONI UNITE – La Corte dovrà decidere una volta per tutte il 18 gennaio
PAOLO FROSINA 10 GENNAIO 2024
Baracconata innocua o “chiamata alle armi” dal potenziale eversivo? Tra questi due poli si muove la giurisprudenza della Cassazione sul saluto romano, il braccio teso fascista esibito dai militanti di estrema destra alle commemorazioni delle vittime nere degli anni di piombo (e non solo).
L’orientamento dei giudici – e qui ha ragione il presidente del Senato Ignazio La Russa – è oscillante: a volte escludono la rilevanza penale del gesto per l’inesistenza di un rischio concreto per lo Stato, in altri casi valorizzano il peso simbolico del richiamo a un’ideologia antidemocratica. Anche il reato contestato è variabile: qualche volta l’accusa si basa sulla legge Mancino che vieta in pubblico “manifestazioni esteriori” tipiche di organizzazioni violente e discriminatorie, più spesso sulla legge Scelba, che punisce nello specifico “chiunque compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista”.
A sciogliere i nodi sono chiamate il 18 gennaio le Sezioni unite della Suprema Corte, lo speciale collegio che risolve i contrasti interpretativi interni, che si riuniranno per affrontare (si spera una volta per tutte) la questione.
Tra le condanne definitive degli ultimi anni, una delle più risalenti (2009) ha colpito un tifoso del Verona che marciava a braccio teso di fronte allo stadio di Udine: il gesto è stato ritenuto contrario alla legge Mancino perché espressione di un movimento volto a “favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico”. Sanzionati in base alla legge Scelba, invece, alcuni militanti di CasaPound che “salutarono” a Bolzano durante un presidio per le vittime delle Foibe: la Cassazione (2014) ha stabilito che, se alzate nel corso di manifestazioni pubbliche, le braccia tese “possiedono idoneità lesiva per la tenuta dell’ordinamento democratico”.
Ma appena due anni dopo, nel 2016, è arrivata una decisione opposta: scagionati sette neofascisti (assistiti da La Russa) che si erano esibiti in saluti romani, grida “presente!” e sbandierate di croci celtiche a Milano, alla manifestazione che si tiene il 29 aprile di ogni anno in ricordo di Sergio Ramelli, studente missino ucciso negli anni Settanta.
Il motivo? Per i giudici la legge Scelba “non sanziona le manifestazioni del pensiero e dell’ideologia fascista in sé (…) ma soltanto ove possano determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste, in relazione al momento e all’ambiente in cui sono compiute”. Pericolo che non sussisterebbe in contesti commemorativi, dove le braccia tese assumono un valore di “umana pietà”. Un principio ribadito nel 2018 nella sentenza su altri due partecipanti allo stesso evento. A marzo 2023, però, ecco un nuovo dietrofront: decidendo ancora sui “saluti” a un presidio per Ramelli, la Corte conferma le condanne inflitte per la Scelba, ritenendo che i gesti siano “in grado di diffondere nella società l’idea fondante l’ideologia fascista, mettendo in pericolo l’ordinamento democratico”. Tra i condannati c’è il vicepresidente di Casapound Marco Clemente, che per lo stesso braccio teso (ancora in onore di Ramelli) è stato assolto in primo grado e condannato in Appello per violazione della legge Mancino: sul suo caso si esprimeranno le Sezioni unite.
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