La gabbia delle discipline. Lettera di Piero Bevilacqua
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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La gabbia delle discipline. Lettera di Piero Bevilacqua

20 aprile 2016 –

Cari amici,

in attesa di avere il sito, e su sollecitazione di Marcello e Ignazio, provo a dare delle indicazioni di lavoro in maniera da procedere bene con un po’ di ordine e di speditezza all’avvio del nostro programma.

Qualche tempo fa, sia io che altri amici avevano indicato alcuni temi della rubrica: discussioni, antologie, archivi, ecc. A questo proposito raccomanderei a Roberta e Donato di stampare e conservare in cartaceo le proposte emergenti nella nostra discussione in rete, altrimenti, col passare del tempo, nessuno se ne ricorderà.

A proposito di queste prime rubriche chiederei agli amici se hanno da suggerirci titolazioni meno usurate : “discussioni” è una di queste.

Provo di seguito a dire la mia sulle tematiche dell’Officina.

1) Io credo che un ambito importante su cui intervenire sia quello della formazione. Pensateci un po’. Un bambino appena comincia ad avere esperienza del mondo viene subito inserito nella gabbia delle discipline (la storia, la geografia, la matematica, ecc.) che diventano sempre più numerose e separate con il prosieguo dei gradi scolastici. Egli si ritrova, cioè, a vivere di fatto in mondo unitario e olistico (la Natura), ma smembrato nella sua rappresentazione, disarticolato nelle varie discipline che lo devono conoscere a fine di sfruttamento e di dominio. E lo scopo formativo del giovane è tutto orientato a farne un fisico o un chimico, un geologo o un sociologo, un economista o un geografo.

Dunque la cultura dello smembramento e quella del dominio a fini produttivi avanzano di pari passo. È un ambito in cui intervenire in molti modi. Del nostro gruppo fa parte Laura Marchetti che ha scritto e scrive cose di grande originalità sul tema. Sarebbe utile informare su esperienze alternative che si fanno all’estero.

Ad esempio negli USA operano da anni le cosiddette Wilderness Awareness Schools, che forniscono un percorso formativo alternativo ai cosiddetti ragazzi iperattivi, con grandi risultati. Sul tema sarebbe utile coinvolgere insegnanti che tentano una via diversa di insegnare le discipline in classe. Un legame di collaborazione con bravi insegnanti sarebbe molto utile a noi e a loro…

2) Pratiche interdisciplinari in atto. Sarebbe utile dar conto e cooperare con associazioni che già praticano la collaborazione delle discipline. È il caso della Società dei Territorialisti, coordinata da Alberto Magnaghi che studia il territorio attraverso le competenze di urbanisti, geografi, architetti, storici, ecc.

3) Che cosa bolle in pentola. Che cosa accade nel mondo nel campo delle scienze naturali? L’irrompere dell’ecologia ha messo in crisi vecchi paradigmi e scuole nel campo della chimica, della biologia, ecc. Sarebbe utile saperne di più: Marcello qui potrebbe darci una mano.

4) La cultura, vecchia, del ceto politico. Bisogna mettere sotto esame la miseria culturale che sta sotto il linguaggio della politica corrente. Che cosa sanno i nostri politici, che libri leggono, ecc. In gran parte essi esprimono una cultura umanistica generica, una visione piattamente storicista e progressista della storia, che sarebbe utile e divertente esaminare per campione. Ad esempio fare l’esame degli scritti e dei discorsi di singoli esponenti per estrarne il succo ideologico, privo in genere di profondi riferimenti alle struttura della nostra società. Da queste analisi dovrebbe scaturire la drammatica inadeguatezza del ceto politico di fronte alle sfide che ha di fronte, ma anche indicazioni alternative di nuovi quadri, nati spesso nei movimenti e portatori di una visione olistica.

5) Organizzare un sistema di referee, per stabilire tra noi del Comitato chi legge cosa, ma anche individuando tra gli altri amici soci stodiosi a cui inviare articoli da valutare perché cooperino con noi.

A presto, cari saluti.

Piero

Alla lettera di Piero Bevilacqua rispondono: Enzo Scandurra e Tiziana Drago.

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