L’Italia brucia. Costruiamo dal basso un’idea di comunità responsabile
di Saverio RUSSO –
L’Italia brucia: oltre 1100 incendi in pochi giorni, soprattutto in alcune aree, Vesuvio, Gargano, Messinese. Impegnata, a pieno ritmo, la flotta di 16 canadair, 4 elicotteri e 8 altri aeromobili, dislocati in varie basi operative. Come spesso succede, in questi casi, oltre alle elevate temperature e al vento, vengono chiamati in causa piromani e interessi criminali, fino ad evocare l’azione delle “mafie”. Vivendo al Sud da sempre, non sarò io a negare il peso dei piromani, comunque motivati, e della criminalità, comunque connotata, ma credo che questo tema, evocato ad ogni piè sospinto, rischi di diventare un poderoso alibi per le amministrazioni locali e per l’intera società del nostro Mezzogiorno, Sicilia compresa ovviamente.
Scavando nella cronaca locale di questi giorni emerge, ad esempio, – come si legge in un articolo di Mara Chiarelli in “la Repubblica Bari”, p. VIII, del 12 luglio – “la mancanza di prevenzione da parte dei 18 comuni che fanno parte del Parco del Gargano, ai quali spetta per legge l’attività di pulizia del sottobosco e delle aree perimetrali”.
Andando con la memoria a vicende di altra natura di alcuni anni fa, occorre ricordare, inoltre, che l’alluvione di Peschici del settembre 2014 fu aggravata dall’ostruzione – in molti punti – dei canali di deflusso delle acque in una situazione di piovosità eccezionale.
E qualche giorno fa, nel corso di un convegno di storia svoltosi a Napoli, una studiosa che parlava delle eruzioni del Vesuvio tra Sette e Novecento, ha mostrato una foto di poche settimane fa di una strada di Portici, che nei piani di evacuazione ora vigenti dovrebbe essere oggetto di costante attenzione da parte delle autorità: un ammasso informe di auto parcheggiate e in marcia, che farebbero da tappo ad ogni emergenza, anche di minore gravità dell’eruzione.
A questi dettagli potremmo aggiungere quanto abbiamo documentato in una mostra fotografica di Giovanni Rinaldi sulle discariche abusive in Capitanata, sostenuta ed ospitata da una piccola Fondazione bancaria di cui sono stato presidente fino a pochi mesi fa. A parte quel che è stato poi confermato da un’inchiesta della DDA su rifiuti interrati in terreni agricoli, si segnalavano micro discariche nel greto di torrenti e corsi d’acqua minori, cataste di copertoni scaricati abusivamente in canali di scolo, che provocheranno allagamenti alla prima pioggia consistente (e sappiamo quanto frequenti siano gli eventi meteorologici eccezionali in questi anni drammatici). Per non parlare dei frequenti casi – anche in questi giorni – di bruciatura abusiva di stoppie che provocano incendi – e anni fa morti in autostrada – il cui ripetersi dà l’idea che non siano affatto sanzionati.
Mi piace sognare per i nostri territori quel che si vede in molte valli dell’Alto Adige, con i corpi dei vigili del fuoco volontari che fanno esercitazioni periodiche, raccolgono fondi, costruiscono dal basso un’idea di comunità responsabile.
Quel che voglio segnalare è, in conclusione, l’urgenza di un programma di manutenzione ordinaria del territorio che impegni le comunità e le loro amministrazioni in un lavoro di lunga lena, che duri 365 giorni l’anno. Senza continuare a scaricare tutto su un’inafferrabile criminalità.
[la foto è di Rémy Michelin, https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/photos-le-photographe-remy-michelin-au-plus-pres-de-l-incendie-de-montalba-1471005869]
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