Bologna. L’università è sacra?
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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Bologna. L’università è sacra?

10 febbraio 2017

Cari colleghi,

mi chiedo se non sia il caso di esprimere un pensiero sui fatti di Bologna.

Da quello che apprendo, la polizia è intervenuta nei locali universitari, quando neanche la polizia della repubblica di Salò osò entrare nell’Università di Bologna per cercare i partigiani, perché l’Università è sacra.

Inoltre se, come sembra, gli studenti protestavano contro il tentativo di limitare l’accesso ad una biblioteca agli studenti universitari, non trovate che impedire l’accesso ai libri a chiunque, qualunque sia il motivo di sicurezza, sia una violenza contro la cultura?

Giorgio Nebbia

***

L’episodio è estremamente grave […]. Non si può stare in silenzio. Alla violenza finanziaria e valutativa contro l’Università ora arriva quella dei manganelli.

Piero [Bevilacqua]

***

Credo che gli episodi gravissimi, come pure evidenzia Giorgio Nebbia,
siano due:
1. l’irruzione della polizia nell’università
2. la chiusura della biblioteca alla città
Relativamente a 1, non è la prima volta che accade: per esempio in anni
ormai distanti proprio a bologna per “stanare gli autonomi”
Relativamente a 2, la tanto decantata “terza missione”, che vorrebbe
stabilire legami tra università e territorio, si svela per quel che è:
asservire la ricerca al mercato.

Il sapere è e deve continuare a essere di tutti e per tutti.

Alessandro [Bianchi]

***

Cari amici, che ancora pensate con nostalgia a Bologna e all’Emilia come luogo privilegiato delle relazioni e delle politiche, non mi stupisce questa giornata di conflitto aperto, né mi pare più irriguardosa perchè a violazione di una struttura universitaria quando da tempo in città è in atto un’operazione sistematica di polizia tesa ad espellere dai luoghi storici di aggregazione i giovani che da anni li animano. Si liberano contenitori che infastidiscono la rigenerazione e disturbano quel senso dell’ordine e della medietà-senza-eccessi che da sempre conforma la sinistra emiliana.

Non ho più l’età o la pazienza di andare a informarmi “in piazza”, sicché non ho news, aggiungo solo che mi sono prepensionata da due anni non riuscendo a sopportare la retorica di quel mondo sterile e avulso dai contesti sociali.

Paola Bonora (già professore ordinario Unibo)

[Sui fatti di Bologna si legga anche Università: la sperimentazione post-democratica, di Ugo M. Olivieri]

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