LA BATTAGLIA DEL GRANO da IL FATTO
Dal governo nuovo attacco al reddito, Lollobrigida: “Non è un modello di civiltà stare sul divano e gravare sulle spalle altrui”
F. Q. | 2 APRILE 2023
L’ennesimo attacco al reddito di cittadinanza arriva dal palco del Vinitaly e porta la firma del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Francesco Lollobrigida inaugura la famosa kermesse di Veronafiere e conferma che “c’è bisogno di immigrazione legale e il primo nemico è l’immigrazione clandestina. Vogliamo contrastare l’immigrazione illegale, fare formazione nei Paesi di provenienza dei migranti, e organizzare una reale integrazione. Sui flussi è evidente che c’è la volontà di organizzarli seriamente, quello che non è stato fatto in questi anni”. Quindi il cognato della premier Giorgia Meloni ha ricordato che “nelle campagne c’è bisogno di manodopera” e dunque “i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura”. A quel punto ha concluso sostenendo: “Quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza“.
Le critiche del governo – Non è riuscito a non citare il reddito di cittadinanza pure Matteo Salvini. “La cosa straordinaria si questo salone è che ci sono tantissime ragazze e ragazzi di 25-30 anni, che si sono messi in gioco, hanno aperta una partita Iva e recuperato il podere del nonno, alla faccia di quei giornali che dicono che i ragazzi stanno a casa aspettando il reddito di cittadinanza”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Che poco prima si era lasciato andare in quella che è una sorta di battuta: “Bevete il vino italiano, ma, da ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che sta lavorando al nuovo codice della strada, da bere con moderazione”. Al Vinitaly c’era anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Il vino fa bene, con buona pace di quelli che dicono che il vino fa male – dice il numero due di Silvio Berlusconi – Noi difenderemo sempre la qualità del nostro prodotto, difenderemo il principio che il vino non è una sostanza cancerogena“.
Quanti sono i giovani col reddito? – Tornando ai giovani che Lollobrigida vorrebbe arruolare all’agricoltura, i percettori di Rdc maggiorenni under 30 erano 264.537 al 31 dicembre 2022 (dati Anpal pubblicati a marzo 2023). Di questi, 41 mila già occupati e 223 mila senza impiego e quindi soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro (PPL). Va però ricordato che la Lega ha introdotto una novità: dal 1 gennaio di quest’anno per percepire il reddito di cittadinanza i giovani compresi nella fascia 18-29 anni dovranno iscriversi a scuola e completare l’obbligo di legge. Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a dicembre erano ben 140 mila i giovani percettori di Rdc sotto i 30 anni che, quando c’è, hanno solo la licenza elementare o la licenza di scuola media. Ma le braccia potrebbero ridursi ancora. Nel primo bimestre del 2023, ultimo anno per il Reddito che a detta del governo verrà sostituito nel 2024 da una nuova misura assistenziale, le domande per accedere al sostegno al reddito sono crollate del 65%, con 90.287 richieste contro le 261.378 dello stesso bimestre 2022.
I posti di lavoro – A spiegare il dato, oltre al probabile, minore appeal di una misura in disarmo (nel 2023 gli occupabili possono averlo solo per 7 mesi), è la ripresa del lavoro, che ha riportato anche una parte dei nuclei beneficiari del Reddito nel mercato. Inoltre, tra gennaio e febbraio 2023 sono stati creati oltre 100 mila nuovi posti di lavoro al netto delle cessazioni. Cresce anche il numero degli occupati, 459 mila in più a gennaio rispetto allo stesso mese del 2022, e rispetto a dicembre gli inattivi sono stati 83 mila in meno e rispetto a gennaio 2022 sono 478 mila in meno. Dati che almeno in parte spiegherebbero perché 99.998 nuclei familiari percettori abbiano perso quest’anno i requisiti reddituali per ottenere il Rdc, mentre in tutto il 2022 erano stati 314 mila. Difficile sapere quanti di questi abbiano trovato lavoro nell’agricoltura. Ma il ministro dovrebbe sapere che il settore non offre sempre paghe dignitose e che ad accettarle sono spesso cittadini stranieri, anche irregolari, impiegati in condizioni che proprio il Rdc si era impegnato a contrastare.
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