A proposito di Giordano Bruno. Lettera di Enzo Scandurra
30 luglio 2016
A proposito di Bruno e del suo lascito per l’età moderna.
C’è una frase di Brecht riportata nel suo libro Vita di Galileo che, a mio avviso, inaugura l’età moderna. Galilei è prigioniero della Chiesa e attende il processo. A lui si avvicina un vecchio cardinale che gli dice con disprezzo: «Ti faremo fare la fine dell’altro eretico: Giordano Bruno». Galilei risponde con decisione: «Bruno non poteva dimostrare ciò che diceva, io sì».
È un’affermazione che traccia una cesura con il mondo aristotelico, con la visione ancorata alla metafisica che fino ad allora aveva interpretato il mondo. Da quel momento la scienza sarà l’unico sapere che contiene la “verità”. Solo ciò che è dimostrabile (l’esperimento scientifico moderno), è anche “vero”: «sensate esperienze e certe dimostrazioni» sarà il motto galileiano che tutt’ora governa la scienza.
Da quel momento il mondo diventerà una macchina banale, un orologio meccanico che può essere scomposto in parti indipendenti l’una dall’altra: sono il determinismo e il meccanicismo la nuova visione del mondo. Oggi siamo tutti galileiani tanto che noi stessi facciamo affermazioni come: «sii oggettivo» o «dimostrami ciò che dici».
Eppure Bruno aveva intuito ben cinque secoli prima la complessità, scoperta all’inizio degli anni Cinquanta dal meteorologo Lorenz quando per la prima volta si osserverà che piccole divergenze delle condizioni iniziali di un fenomeno complesso (come la meteorologia, ad esempio) portano a estreme divergenze delle condizioni finali (il famoso “effetto farfalla”).
La visione complessa di Bruno (come anche quella di Leonardo), se fosse stata condivisa, avrebbe condotto la scienza moderna su un altro binario, diverso da quello del meccanicismo e del determinismo.
È andata diversamente e si è affermata la visione di Galilei.
La Natura seleziona sempre la specie più adatta; non sempre, invece, sono le idee più adatte ad affermarsi e forse è anche per questo che viviamo in questo mondo di non senso.
(Mi scuso per la schematicità delle mie riflessioni su una questione sulla quale Marcello Cini e Marcello Buiatti hanno speso una vita intera di studi e ricerche).
Enzo Scandurra
Su Giordano Bruno si vedano anche: la recensione di Laura Marchetti a P. Bevilacqua, Giordano (2016); e Il filosofo e le muse di Franco Toscani.
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